
Nel 2001 il CEO di JPMorgan Chase, Jamie Dimon, ha intascato 23 milioni di dollari. Vale a dire 67 volte la media destinata ai suoi dipendenti nelle divisioni di trading e investment banking, pari a circa 341.500 dollari: l’anno precedente tale rapporto era di 62 a 1. Si tratta – secondo quanto rivelato dall’agenzia Bloomberg – della discrepanza più consistente all’interno del settore bancario. Dimon è stato uno dei pochi amministratori delegati ad evitare una decurtazione salariale nel 2011. Anno in cui, invece, ha incassato circa il 50% in più rispetto ai suoi omologhi negli altri colossi bancari. Sotto la sua dirigenza, JPMorgan è riuscita non solo a sopravvivere alla crisi finanziaria ma anche ad acquisire Bear Stearns e Washington Mutual nel 2008, senza registrare perdite trimestrali, e ad arrivare al primo posto tra gli istituti statunitensi.
Si tratta di uno dei rarissimi casi in cui, nell’ultimo anno, sia aumentato il divario tra la remunerazione del vertice e quella dei dipendenti. Va detto che le cifre non riflettono fedelmente gli stipendi reali, ma sono calcolate dividendo il totale delle retribuzioni per il numero di persone. Tale rapporto, nel 2006 e nel 2007, spesso superava il 100 a 1: ma è stato rivisto al ribasso con la crisi, che ha avuto un impatto pesante sui profitti bancari e ha messo sotto i riflettori gli eccessi della finanza.