
La lunga stagione della pandemia ha ormai esasperato anche i più pazienti e mentre si cominciano a intravedere segnali positivi in fondo al tunnel, l’86% dei millennial si sta preparando per ricominciare a viaggiare. È quanto sostiene Weroad, community di giovani viaggiatori che ha condotto una ricerca all’interno del suo osservatorio sul mondo del travel a cui hanno partecipato 1.721 millennials di età compresa tra i 21 e i 40 anni.
L’obiettivo era di avviare un confronto con i dati dello scorso anno e analizzare l’evoluzione del turismo.
Alla prima domanda del sondaggio, “Cosa farai quest’estate”, quasi tutti (86%) hanno risposto che si metteranno in viaggio. Tra questi spicca il 17% che si prepara a partire a differenza dello scorso anno, quando l’emergenza sanitaria aveva consigliato di restare a casa. Il 44% rimarrà in Italia, il 43% visiterà un Paese europeo, il 13% farà un viaggio intercontinentale. “La voglia di viaggiare non è mai sparita, anzi le restrizioni l’hanno accesa ancora di più. La differenza è che ora finalmente le persone stanno prenotando. Ce n’eravamo accorti notando i flussi di booking su WeRoad, e i risultati di questa ricerca fanno ben sperare tutto il settore”. commenta Erika De Santi, co-founder e Managing Director di WeRoad. “Sicuramente l'aver dato date e regole certe ha aiutato i turisti a convincersi e a prenotare”.
Il 44% dei millennial ha voglia di mare, il 25% non rinuncerà allo zaino in spalla per un’avventura on the road, mentre un altro 25% vuole immergersi nella natura e il 6% visiterà una città d’arte.
Il budget è leggermente diminuito rispetto ai 1.000 euro che si pensava di spendere per le vacanze 2020 andate poi in fumo. Solo il 13% ha stanziato tra i 1000 - 1500 euro e il 17% pensa di spendere oltre 1.500 euro.
Per quanto riguarda la durata della vacanza, il 69% dice di voler stare via tra i 7 e i 10 giorni, il 24% vorrebbe invece partire per almeno due settimane, mentre cresce il fronte (7%) di chi organizzerà uno o più week-end per delle ferie distribuite lungo tutta la stagione.
WeRoad si è concentrata poi sul settore del business travel per capire come la pandemia stia cambiando anche questa fetta del mercato. Il 23% delle persone intervistate non vuole rinunciare ai meeting di lavoro in presenza e soltanto il 10% crede che fare riunioni in presenza e online sia la stessa cosa.
Il 67% pensa sia utile avere una piattaforma che gestisca la trasferta di lavoro e l'82% vorrebbe poter gestire tutte le fasi del viaggio su un dispositivo in ottica sostenibile. Per quanto riguarda il mezzo di trasporto considerato più sicuro al primo posto c’è l’aereo (47%), poi il treno (32%) e infine l’auto (21%). Tra le accomodation il preferito è l’hotel per il 66%, per il 17% l’appartamento e per il restante 17% un B&B.