Il pronunciamento della Corte Costituzionale in merito alla legittimità del maggior prelievo fiscale su bonus e incentivi manageriali, in ragione dell'opportunità di disincentivare sistemi di remunerazione che incoraggino l'assunzione di rischi impropri ed eccessivi, rappresenta un viatico importante per la discussione parlamentare, recentemente avviata.
La proposta di legge popolare promossa dalla Fiba Cisl è accompagnata dalla firma di quasi 120.000 cittadini. La proposta, infatti, non solo si propone di limitare quantitativamente le remunerazioni complessive dei top manager che hanno ormai raggiunto livelli di indecenza, soprattutto nell'attuale contesto socio-economico, ma, nel dettaglio, propone l'abolizione dei bonus e la regolamentazione del salario variabile, non solo per la quantità (non più del fisso), ma, soprattutto gli obiettivi a cui deve essere legato.
La sentenza della Corte, implicitamente, ci dà infatti ragione quando sosteniamo, nella nostra proposta, che il salario variabile debba essere legato ai risultati ottenuti dal manager non solo in chiave economica per l'impresa amministrata, ma anche rispetto all'occupazione creata.
L'approvazione della nostra legge, che, dopo il convegno in Parlamento del 10 luglio, auspichiamo rapida e integrale, indirizzerebbe infatti i comportamenti manageriali non all'assunzione di rischi speculativi, ma alla creazione di posti di lavoro e di sviluppo.
120.000 cittadini hanno firmato la proposta. I politici di ogni schieramento che hanno partecipato al convegno del 10 luglio ci hanno dato unanimemente ragione. La stampa ci dà perlopiù sostegni. Il Governo si è più volte espresso allo stesso modo sull'argomento. Ora, anche la Corte Costituzionale ci viene incontro. I tempi sono maturi, perché, per la prima volta, una proposta di iniziativa popolare diventi legge dello Stato.
Giulio Romani Segretario generale Fiba Cisl