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Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Torino ha messo le mani su 16,7 milioni di euro che la famiglia Ligresti era pronta a trasferire in Svizzera a fine gennaio.
Le Fiamme Gialle impegnate nell’attività di antiriciclaggio avevano segnalato alla Banca d’Italia e al ministero dell’Economia una fiduciaria milanese che non aveva dato comunicazione, come sarebbe stata obbligata a fare, di operazioni sospette messe in atto dalla famiglia Ligresti per un ammontare di 16,7 milioni di euro.
L’indagine – uno dei vari filoni in cui si è articolata l’inchiesta sui Ligresti – è partita proprio a fine di gennaio 2014, quando vennero sottoposti a sequestro conservativo da parte del gip di Torino 2,5 milioni di euro che Gioacchino Ligresti – il minore dei figli di Salvatore, fratello di Jonella e Giulia – stava cercando di trasferire in Svizzera sui conti della lussemburghese Limbo Invest sa, una delle holding che custodivano il 30% di Premafin, la controllante di Fonsai durante l’era Ligresti. I successivi accertamenti – è scritto in una nota della Gdf - hanno fatto emergere che durante la latitanza di Gioacchino Paolo Ligresti, che ha evitato l’arresto nel 2013 perché in Svizzera, la fiduciaria aveva dato ordine ad un istituto di credito (presso il quale vi erano depositi e titoli, dovrebbe trattarsi di Banca Sai) di eseguire ulteriori movimentazioni su azioni Unipol–Sai, fiduciariamente intestate a Limbo Invest, Canoe Securities e Hike Securities, le altre società di riferimento di Jonella e Giulia Ligresti. Si tratta delle azioni frutto della fusione tra Premafin, Unipol, Fonsai e Milano Assicurazioni.
Per la mancata comunicazione delle transazioni la violazione a carico della fiduciaria e del direttore potrà prevedere una sanzione amministrativa pari a circa 6,7 milioni di euro.