L’ultima riforma entrata in vigore il 1° gennaio 2012, ha esteso a tutti i lavoratori il metodo contributivo portando in primo piano la necessità di avviare piani previdenziali integrativi e, in particolare, l’esigenza di costruire una copertura previdenziale complementare che compensi la minore entità dell’assegno che proviene da quella obbligatoria.
Un sistema previdenziale, pubblico o privato, si basa sull’esistenza di un contributo da parte dell’aderente. La prestazione pensionistica può essere calcolata attraverso un criterio retributivo oppure un criterio contributivo. Occorre tuttavia specificare che le pensioni calcolate ed erogate con il criterio contributivo, a parità di contributi e retribuzione, risultano inferiori rispetto a quelle erogate con il sistema retributivo. In pratica l’attuale generazione dei lavoratori più giovani subirà una penalizzazione rispetto a trattamento pensionistico dei suoi genitori. Da qui emerge la necessità per le nuove generazioni di tutelarsi in tempo utilizzando le forme di previdenza integrativa, per mantenere anche in età più avanzata lo stesso tenore di vita di oggi. In assenza di questa integrazione, il giorno dopo essere andati in pensione si rischia di dover ridimensionare il proprio stile di vita adattandolo a entrate dimezzate.
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