
Due uragani devastanti di categoria 4 e 5 nell’arco di sole tre settimane hanno letteralmente messo in ginocchio la popolazione di Porto Rico.
Irma, ma soprattutto Maria, hanno spazzato Porto Rico dove 16 persone hanno perso la vita. Se il bilancio delle vittime è molto grave, lo è altrettanto per i danni alle strutture. Molti ospedali sono fuori uso e quelli aperti continuano a funzionare solo grazie a generatori di corrente di emergenza. Senza energia elettrica, molti macchinari – tra cui quelli per fare le radiografie, le tomografie computerizzate (come la TAC) e il cateterismo cardiaco (cioè un esame invasivo per lo studio del cuore) – non possono funzionare.
Oltre alla mancanza di luce che in momenti diversi ha lasciato al buio quasi 1 milione di persone, manca anche l’acqua negli ospedali e in migliaia di abitazioni, alimentando serie problematiche sanitarie, visto che le persone sono costrette a lavarsi poco e a mangiare crudo, non potendo bollire l’acqua.
Sul fronte assicurativo, l’interruzione di approvvigionamento elettrico significherà un aumento di valore per i risarcimenti dovuti ai redditi da lavoro persi dalle aziende, andando così ad alzare ulteriormente il già alto prezzo da pagare dai big della riassicurazione dovuto alla pesante stagione degli uragani. Addirittura, secondo alcuni esperti, i danni di Irma e Maria rischiano di portare in rosso i conti di qualche riassicuratore: parliamo di risarcimenti complessivi da 190 miliardi di dollari per l’uragano Maria che diventerebbe il più costoso per l’industria assicurativa e riassicurativa.
Secondo Ed Hochberg, responsabile riassicurazioni del broker JLT Re per il Nord America, “si andranno a intaccare le riserve di capitale di alcuni riassicuratori, con probabili downgrade dei relativi rating”.
Mapfre, QBE Insurance Group, AIG i principali assicuratori presenti sull’isola che si affidano pesantemente all’industria riassicurativa, oltre ai Lloyd’s of London.