E alla fine il matrimonio si farà. Dopo un lunghissimo corteggiamento e un numero infinito di stop and go, la decisione di Premafin di accettare i concambi per l’integrazione con Unipol proposti da Fonsai sembrerebbe aver spianato la strada all’unione tra i due gruppi assicurativi italiani. A comunicarlo è stata la stessa Premafin con una nota diffusa nella tarda serata di ieri. Nel testo del comunicato, la holding afferma che alla luce “delle indicazioni dell’advisor finanziario Leonardo&Co e tenuto conto del parere preliminare espresso dal Comitato Parti Correlate“, il cda “ha deliberato di ritenere che la quota di pertinenza degli attuali azionisti di Premafin nel capitale ordinario di Fondiaria-SAI (quale società incorporante nel contesto della fusione di cui al noto Progetto di Integrazione) proposta da Fondiaria-SAI in 0,85%, sulla base delle condizioni attuali, consente di proseguire nella definizione dei termini del progetto di integrazione con il gruppo UGF”.
Una decisione sofferta quella della holding della famiglia Ligresti che inizialmente aveva individuato un valore diverso da quelli indicati dalla compagnia, ma che leva un po’ delle nubi che si stavano addensando sull’operazione, con il rischio fallimento sullo sfondo. Resta da superare lo scoglio Milano Assicurazioni. Rientrerà nella fusione o meno? Ci sarà un’opa sulla compagnia? La Consob, in attesa di un quadro informativo completo, non si è ancora pronunciata su questa ipotesi che comporterebbe per Unipol una spesa di circa 150-200 milioni di euro. È vero che i bolognesi hanno sempre spiegato che in caso di obbligo di opa sulla Milano non si sarebbe fatto nulla, ma è altrettanto vero che all’interno di un progetto di integrazione da oltre 2 miliardi di euro, la cifra sarebbe gestibile.