
Partecipazione record all’assemblea delle Generali svoltasi ieri a Trieste. Al momento della discussione del primo ordine del giorno, il presidente Gabriele Galateri ha annunciato la presenza del 55,8% del capitale: “A memoria, non ricordo una partecipazione così alta”, ha detto. Il peso del principali soci italiani (Mediobanca, Caltagirone, Del Vecchio e Benetton) è salito al 26,78% dal 23,12% dell’anno scorso.
La presenza degli investitori istituzionali esteri, invece, è calata dal 22,91% al 20,5% a fronte tuttavia di un incremento significativo della fetta di istituzionali italiani, arrivati all’1,29%. In tutto gli istituzionali, italiani ed esteri, presenti in assemblea sono al 21,79%.
L’assemblea è stata preceduta all’esterno della Stazione Marittima, da una nuova azione dimostrativa di Greenpeace che denunciava il coinvolgimento del gruppo assicurativo nel settore del carbone, la fonte energetica con le più alte emissioni di CO2. Alcuni attivisti si sono appostati già poco prima delle 8 di fronte all’edificio, dove si è tenuta l’assemblea, portando una riproduzione di una centrale a carbone proprio all’ingresso del palazzo. Hanno cercato inoltre di salire sull’edificio ma senza riuscirci.
Un comunicato stampa di Grennpeace Italia spiega che “nonostante le promesse fatte, Generali continua a fare affari nel settore del carbone, la fonte energetica con le più alte emissioni di CO2. Ricorderete che l’anno scorso avevamo chiesto, sempre in occasione dell’annuale assemblea dei soci, insieme a “Re:Common” e altre associazioni europee, di fare dei passi in avanti verso l’abbandono del carbone. Generali si era anche impegnata ad avviare un dialogo con alcune delle aziende energetiche più inquinanti d’Europa, tra cui la polacca PGE e la ceca CEZ, stabilendo che sarebbe arrivata anche alla interruzione dei rapporti con queste aziende nel caso in cui queste ultime non avessero presentato dei piani in linea con gli accordi sul clima di Parigi. Ad oggi però nessuna notizia ufficiale è arrivata da Generali, e sembra dunque che la più grande compagnia assicurativa italiana voglia continuare a fare affari con queste società. Fino a quando Generali non abbandonerà aziende come PGE e CEZ non potrà dire di essere dalla parte delle persone nella lotta ai cambiamenti climatici. PGE, ad esempio, produce oltre il 90% della propria energia dal carbone e dichiara di voler continuare a bruciare questo combustibile fossile almeno fino al 2050, ben oltre i limiti indicati dalla scienza. E se pensiamo che questo sia “solo” un problema della Polonia, sbagliamo, perché il settore del carbone polacco si stima causi ogni anno in Italia oltre 400 morti premature”.