QBE ha da poco pubblicato i risultati finanziari per il primo semestre del 2016, i quali mostrano una situazione di difficoltà rispetto allo scorso anno. Le performance infatti si sono quasi dimezzate in termini di profitti registrati.
L’utile dopo le tasse è passato da $488 milioni nel 2015 a $265 milioni oggi, mentre il reddito ante imposte è sceso da quota $595 milioni a $347. I ricavi operativi sono stati quest’anno $326 milioni, contro $610 nel 2015, e la stessa parabola discendente è stata seguita anche dai premi lordi sottoscritti che sono calati da $8,56 a $8,1 miliardi.
Le cause principali per il peggioramento dei risultati del primo parziale dell’anno sono da attribuirsi – secondo la compagnia stessa – all’impatto negativo che l’esito del referendum sulla Brexit ha avuto sugli investimenti: il rendimento dei bond e un assestamento lento e sfavorevole dei tassi di interesse. Allo stesso tempo nei mesi scorsi si è verificata una lunga serie di catastrofi naturali che hanno causato ingenti perdite alla compagnia. Ad aprile il terremoto in Ecuador è costato $65 milioni, gli incendi di maggio ad Alberta $53 milioni, le tempeste del nord America hanno causato $38 milioni di danni a marzo e $20 milioni a maggio. A giugno invece è stata l’Australia – madrepatria di QBE – a essere colpita da tempeste che hanno provocato costi per $29 milioni, mentre ad aprile il Giappone è stato vittima di un violento terremoto e la compagnia ha dovuto pagare $11 milioni in rimborsi.
Per far fronte a questa situazione Pat Regan, amministratore delegato del gruppo, ha assunto la responsabilità della sezione comprendente Australia e Nuova Nelanda (che costituisce il fulcro della società), ma voci ufficiali hanno dichiarato che l’azienda è già alla ricerca di un CEO per la regione.