Il team di ricerca Social Innovation Monitor (SIM), con base al Politecnico di Torino, ha presentato i risultati delle analisi relative all’ecosistema degli incubatori e acceleratori in Italia.
Dal report emerge che gli acceleratori e gli incubatori nel nostro Paese sono 262 e occupano un totale di 1.950 dipendenti; la maggior parte opera nel Nord-Ovest della nostra penisola, con prevalenza in Lombardia, dove ne sono presenti 61. Nel resto del Paese si distinguono per il loro impegno Emilia-Romagna, Lazio, Campania e Toscana, rispettivamente con 32, 25, 21 e 19 incubatori.
Nel corso del 2022 sono stati creati 11 nuovi incubatori (ma alcuni incubatori nati negli anni precedenti hanno cessato le loro attività).
“Gli incubatori e acceleratori sono un importante elemento del sistema imprenditoriale. Nonostante la nascita di nuovi soggetti con attività e specializzazioni in parte sovrapposte, incubatori e acceleratori mantengono le loro specificità e evolvono per diventare un attore sempre più completo e utile, anche per le imprese già attive sul mercato con i programmi di Open Innovation” evidenzia il professor Paolo Landoni, direttore della ricerca.
Rispetto alla situazione pandemica, vi è stato un progressivo rientro negli spazi fisici. Nel corso del 2022, è infatti quasi triplicato il valore medio dei metri quadri messi a disposizione per le attività di incubazione (oltre 8000 metri quadri). Sempre rispetto allo scorso anno sono aumentati inoltre i finanziamenti ricevuti dalle organizzazioni incubate, raggiungendo un valore medio di oltre 3 M€ per le startup supportate da ogni incubatore (da 1,97 M€ nel 2021), a dimostrazione che, rispetto ad una contrazione generale degli investimenti, quelli nelle fasi pre-seed e seed - tipicamente le fasi in cui si trovano le startup supportate da questi attori - si sono mantenuti stabili nel numero e sono aumentati nell’ammontare medio.
Per quanto riguarda i principali servizi offerti dagli incubatori, il primo risulta essere il “supporto allo sviluppo di relazioni”, seguito dall’“accompagnamento manageriale” e dal “supporto alla ricerca”.
Come per gli anni precedenti, anche questo report ha posto un focus speciale sull’impatto sociale e ambientale degli incubatori e delle startup incubate.
Dalle analisi del report risulta che oltre il 60% degli incubatori supporta organizzazioni a significativo impatto sociale o ambientale. Inoltre, più della metà degli incubatori utilizza metodologie specifiche al fine di misurare il proprio impatto sociale o ambientale come organizzazione. Tra le metodologie adottate possiamo trovare, per esempio, il BIA (Benefit Impact Assesment), la relazione di impatto basata sulla teoria del cambiamento, il Global Sustainability Model by Oxford Economics e l’utilizzo di indici come lo SROI.
I settori più rappresentati, per le organizzazioni incubate a significativo impatto sociale o ambientale, sono quelli relativi alla salute e benessere (incluso sport) e sviluppo della comunità.
Infine, un focus è stato dedicato all’inclusività dell’ecosistema e alla parità di genere. Purtroppo, come evidenziato dai risultati, siamo ancora lontani dalla parità di genere dell’ecosistema. Nel 2022, solamente il 35% dei dipendenti dell’ecosistema degli incubatori e acceleratori italiani era di sesso femminile.