
La maggior parte dei big player assicurativi hanno dovuto stringere la cinghia e fare i conti con un anno drammatico. Tra i pochi che invece possono dire di aver chiuso il 2020 con un balzo in avanti c’è la britannica RSA Group.
Il risultato operativo del Gruppo è stato di circa 866 milioni di euro, pari a un miglioramento del 15% rispetto alla performance dell’anno precedente.
Inoltre, l’utile da sottoscrizione del Gruppo è cresciuto del 36% raggiungendo 634 milioni di euro, con il combined ratio in salute al 91,1%.
“Naturalmente, l’impatto del Covid-19 è stato il fattore principale che ha condizionalto tutto il 2020, per noi come per l’intera società, ha affermato Stephen Hester, amministratore delegato del Gruppo. Abbiamo dato la priorità alla sicurezza dei nostri dipendenti, continuando a supportare i nostri clienti. Il gruppo RSA ha pagato circa 5,3 miliardi di euro in sinistri “normali”, destinando anche una cifra di oltre 288 milioni di euro in sinistri specifici Covid-19, oltre ad offrire una serie di altre misure di assistenza ai clienti”.
Hester ha continuato a commentare i risultati sottolineando come RSA abbia centrato gli obiettivi prefissati. “La qualità degli utili è eccellente, il che è di buon auspicio per le prospettive di RSA nel 2021 e oltre. Sono orgoglioso del duro lavoro, della dedizione di tutti i miei colleghi in quello che è stato un anno difficile e turbolento”.
Tuttavia, forse la domanda più grande che incombe su RSA è su quale sarà il suo futuro, dopo che nel gennaio scorso gli azionisti hanno detto sì all’offerta di acquisto presentata da Intact in consorzio con Tryg è stata approvata dagli azionisti a gennaio. La società inglese si è limitata a commentare che sono stati fatti “buoni progressi” per soddisfare le varie condizioni previste prima di arrivare al closing dell’operazione che dovrebbe avvenire entro la fine del primo semestre dell’anno.