Covid
Il processo di riapertura della Cina è avvenuto più velocemente e prima del previsto. Dopo l’annuncio di un graduale allentamento della politica zero-Covid a novembre, la Commissione Nazionale per la Salute ha alla fine deciso di abbassare il livello di rischio del Covid-19 a fine dicembre.
Per molte aziende italiane il peggio è ormai passato, nonostante “la crisi associata alla pandemia sia stata molto profonda e concentrata in alcuni settori di attività”, si legge nel rapporto annuale dell’Istat pubblicato pochi giorni fa.
Da un’indagine di Prima Assicurazioni, commissionata a Nielsen, che ha chiesto di indicare una o più coperture assicurative che andranno per la maggiore nell’estate 2022, emerge che l’assicurazione per proteggersi dal Covid è stata indicata da appena il 22,4% degli intervistati, mentre l’assicurazione contro i furti in casa dal 65,4%.
Alla fine del prime trimestre dell’anno le posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari sono risultate pari a 9,846 milioni, in crescita di 112.000 unità (+1,1%) rispetto alla fine del 2021.
Tra il Covid e la guerra regna l’incertezza tra gli italiani. Il terribile virus ha lasciato un segno profondo sulle aspettative di vita degli italiani: per 1 su 2 (48%) il prossimo decennio sarà caratterizzato da instabilità e precarietà, ma anche da una profonda incertezza sulle prospettive finanziarie (per il 42%) e da una maggiore propensione al risparmio (33%). Percezioni amplificate tutte ulteriormente dalla recente guerra russa- ucraina, che ha accentuato la sensazione generale di instabilità in 6 italiani su 10 (60%). E se nel 2019 la speranza di vita media era di oltre 83 anni, scesa oggi a meno di 82, nei prossimi 10 anni per 4 italiani su 10 (41%) si ridurrà ulteriormente: i più pessimisti i giovani (51%).
A due anni dall’inizio della pandemia da Covid-19 AmTrust Assicurazioni analizza l’impatto di denunce e richieste di risarcimento sul personale e sulle strutture sanitarie, travolti dall’ondata emergenziale.
Il turismo continua ad essere particolarmente colpito dall'emergenza Covid. Il pil diretto del truismo potrebbe perdere nel 2021 2 mila miliardi di dollari, come nel 2020.
Dopo il Covid-19 la più grande sfida all’economia globale è portata dal cambiamento climatico, secondo Petra Hielkema, presidente dell’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (EIPOA).
Nei prossimi 10 anni, 1 Italiano su 2 (53%) si dice pronto a rivedere completamente le proprie abitudini in termini di mobilità. Lo conferma una ricerca BVA-Doxa per l’Osservatorio “Change Lab, Italia 2030” realizzato da Groupama Assicurazioni, che ha lanciato in questi giorni una nuova offerta Mobilità in grado di soddisfare le mutate esigenze post pandemia.
I contagi sul lavoro da Covid-19 segnalati all’Inail dall’inizio della pandemia allo scorso 30 giugno sono 176.925, oltre un quinto del totale delle denunce di infortunio pervenute dal gennaio 2020 e al 4,2% del complesso dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss).
Avrà pure mollato la morsa ma il Covid ha lasciato importanti strascichi psicologici tra gli italiani alle prese con ansia, stress e difficoltà personali.
Guidewire Software, società di software americana che offre una piattaforma per gli assicuratori danni, ha pubblicato uno studio sulle abitudini e sulla percezione dei francesi in materia di assicurazioni.
Dalla relazione Covip si rileva che a fine 2020 gli iscritti alle forme di previdenza complementare erano pari a 8,4 milioni, in crescita del 2,2% rispetto all’anno precedente. In pratica 1 lavoratore su 3 è iscritto a un fondo pensione.
Voglia di vacanza. Un italiano su due vuole fare le valigie e partire, Covid o non Covid. Lo si rileva da un’indagine sulle intenzioni degli italiani di effettuare vacanze nel periodo giugno-settembre 2021, condotta dall’Istat con la collaborazione del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS).
Dopo un anno di tensioni Axa France mette sul piatto 300 milioni di euro e apre la strada a una possibile soluzione delle controversie sulle polizze Business Interruption sottoscritte da circa 15.000 ristoratori francesi, i quali hanno finora atteso inutilmente il pagamento di un indennizzo per aver dovuto sospendere l’attività durante il lockdown. La scelta di Axa è quella di tendere la mano per chiudere un capitolo che ne ha offuscato l’immagine.