
Le condizioni economiche della Sanità pubblica continuano a destare grande preoccupazione. L’ultimo allarme, in ordine di tempo, arriva dall’ufficio studi della Cgia di Mestre che calcola un deficit superiore ai 40 miliardi di euro. A tanto ammonta la somma complessiva di mancati pagamenti che i fornitori delle strutture sanitarie pubbliche devono incassare. Fornitori che, nel settore sanitario, sono essere i principali creditori delle Regioni.
Oltre due terzi dei pagamenti sanitari ancora in sospeso riguardanti il periodo che va dal 2009 al 2011 si riferiscono proprio le aziende dell’indotto. E al totale mancano i dati di cinque Regioni che non li hanno comunicati (Lazio, Campania, Abruzzo, Sicilia e Calabria). Si tratta di cinque Regioni integrate nei piani di rientro dal disavanzo sanitario realizzati e gestiti dal ministero della Salute, che interessano anche Molise, Piemonte, Puglia, Liguria e Sardegna. In quattro delle cinque Regioni suddette (esclusa in questo caso la Sicilia), peraltro, secondo quanto riferito il Ministero della Salute, è presente un commissario ad acta.