Sono circa 110mila le aziende e i capannoni industriali in Italia, i cui tetti sono idonei a ospitare impianti fotovoltaici di grande taglia, per ampiezza, posizione geografica, caratteristiche aziendali come i consumi energetici e la solidità finanziaria, riferisce Radiocor.
Sono circa 300 km quadrati di superfici, sufficienti a realizzare 30 GW di nuove installazioni che coprirebbero il 75% dell’obiettivo al 2030 di potenza fotovoltaica installata per impianti superiori ai 200 KW e il 60% del target totale di 50 GW, secondo l’accordo europeo Fit-for-55, “con investimenti tra i 30 e i 36 miliardi di euro”, ha detto Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved, la tech-company che ha tradotto in un’analisi le informazioni di cui dispone e investito in un’applicazione per elaborarle attraverso le tecnologie di intelligenza artificiale. L’intervento comporterebbe un risparmio di CO2 di circa 9.000 tonn/anno. Una prospettiva interessante, visto che la generazione da solare fotovoltaico in Italia dovrà triplicare nei prossimi 7 anni, passando dai circa 25 GW attuali a 75 GW.
Lo sviluppo dell’autoconsumo diffuso è un’opportunità per il settore industriale, in particolare per le PMI, che possono partecipare alle Comunità energetiche rinnovabili (Cer). Si tratta di realizzare 5 GW di potenza entro il 2027: questo permetterebbe incentivi in tariffa per energia condivisa tra i 60-120 euro/kWh (fino a 5 GW per 20 anni) e incentivi in conto capitale (fondo perduto Pnrr) per 2,2 miliardi di euro, destinati alle Comunità energetiche rinnovabili per Comuni sotto i 5mila abitanti.