Continua la crescita dell’ecosistema dell’innovazione italiana. Aumenta del 60% infatti il dato dell’anno scorso, in cui era stata superata la soglia del miliardo di euro di investimenti complessivi in startup: il 2022 si chiude, infatti, con un netto +68% che porta il totale degli investimenti a 2 miliardi e 340 milioni, 2.343.029.840 per l’esattezza (dati aggiornati al 2 dicembre 2022 fonte StartupItalia). Una cifra che rappresenta il risultato di 192 operazioni che hanno coinvolto startup italiane, in crescita del 16,3% rispetto alle 165 del 2021.
Un quadro in cui crescono anche i round che superano i 100 milioni che vedono sul podio delle startup italiane, che hanno raccolto di più nel 2022, Scalapay con 467 milioni di euro (frutto di due round), Casavo con 400 milioni di euro e Satispay con 320 milioni. Aumentano anche i round che superano i 10 milioni di euro. Se in tutto il 2021 erano stati 15, oggi se ne possono contare 22 (+46,6%).
Questa la fotografia del comparto presentata a #SIOS22 Winter Edition - Reloaded, l’evento organizzato da StartupItalia in collaborazione con l’Università Bocconi di Milano dedicato all’innovazione, che si è tenuto in presenza, grazie alla collaborazione con l’ateneo e la sua piattaforma di pre-accelerazione, accelerazione e corporate entrepreneurship, B4i - Bocconi for innovation.
A guidare la crescita dell’ecosistema ci sono fondi Venture Capital indipendenti, fondi Corporate Venture Capital e fondi di Venture Capital Governativi il cui contributo registra un aumento del 44% rispetto al 2021, raggiungendo quota 731 milioni. Decisivi sono poi i venture internazionali che hanno raddoppiato i loro investimenti in Italia: da 453 milioni fino a un miliardo, 1.029 milioni per l’esattezza, la metà della cifra raccolta in tutto l’anno dall’ecosistema italiano (dati Osservatorio Startup Hi-tech promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con InnovUP).
Leggermente in calo il peso dell’equity crowdfunding. Secondo i dati dell'Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, infatti, sono 143 le campagne chiuse con successo nel 2022 (dati a fine ottobre) con una raccolta complessiva di 105,77 milioni di euro. Numeri in discesa rispetto lo scorso anno quando le campagne chiuse erano 164 e la cifra totale di 108 milioni.
“Stiamo vedendo dei segnali interessanti che coinvolgono il nostro Paese. Oltre alla crescita, in questo 2022 del +68% rispetto al 2021 che porta a oltre 2 miliardi e 340 milioni gli investimenti, vediamo un’Italia che sta rafforzando molto il suo ecosistema startup nel suo complesso tanto da permettere una ripartenza del Sistema Italia”, afferma Chiara Trombetta, head of media & events di StartupItalia. “La strada è ancora lunga per recuperare il gap con gli altri Paesi europei, ma l’accelerazione fa ben sperare e la direzione sembra essere proprio quella giusta. Se guardiamo poi alla distribuzione geografica delle startup vediamo spiccare sempre le province di Milano e Roma, ma anche diverse altre regioni stanno crescendo come distretti innovativi per numero di startup come la Campania con 1413 realtà, l’Emilia Romagna con 1029 e il Veneto con 985.”
“Nonostante la crescita siamo ancora lontani dagli ecosistemi internazionali” ricorda Nico Valenti Gatto, operating director B4i - Bocconi for innovation. “Basta pensare alla vicina Francia che per tanti versi ha delle caratteristiche simili alle nostre e che nel 2021 ha registrato 11.6 miliardi di investimenti, mentre la Germania viaggia intorno ai 16 miliardi. La Spagna nel 2021 si è attestata intorno ai 6 miliardi. Va comunque segnalato che i venture capital internazionali hanno raddoppiato i loro investimenti in Italia: da 453 milioni fino a un miliardo, 1.029 milioni per l’esattezza. Un segnale certamente positivo che chiaramente va sostenuto sempre di più a livello di apertura ai capitali stranieri da parte del Governo e delle Istituzioni tutte. Per sintetizzare le 3 priorità su cui tutto l’ecosistema dovrebbe lavorare per riuscire realmente a fare rete e crescere in maniera competitiva sono 1) sviluppo dei talenti 2) maggiore capitale di rischio 3) apertura sempre maggiore delle aziende a giocare un loro ruolo”.
I settori che attraggono più capitali: software e biotech in testa
Analizzando i vari round, dopo i 22 che hanno superato i 10 milioni di euro (11,4%), sono 106 (la maggioranza con il 55,2%) le operazioni milionarie che hanno un valore al di sotto dei 10 milioni. Chiudono la classifica 64 deal da migliaia di euro (33,3%).
Ad attrarre la fetta più grossa degli investimenti sono le startup che sviluppano software con 21 operazioni concluse (11,2%). Sul podio salgono poi il fintech (17 deal con un peso sul totale del 9%) e poi il biotech, protagonista per ben 16 volte (8,5%). A seguire troviamo l'Immobiliare (5,8%), Energia ed ecommerce (4,2%), Foodtech (3,7%), Lavoro/HR (3,2%), Sport (2,6%) Greentech, delivery e viaggi (2,1%) e Space economy e Food & Beverage (1,6%).
Il podio dei mega round
I primi sei mesi del 2022 hanno visto dei traguardi storici raggiunti dal nostro ecosistema, come la mega operazione di Scalapay, la fintech che consente la rateizzazione degli acquisti, (440 milioni di euro raccolti in un solo round). Oltre ad altri round degni di nota come i 53 milioni di euro ottenuti dalla piattaforma di consulenza finanziaria Moneyfarm, i 40 milioni di euro di Vedrai, che sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale, e i 30 di Planet Farms che progetta sistemi di coltivazione verticale.
Anche il secondo semestre dell’anno è stato un momento d’oro per le startup italiane. Tra i protagonisti Satispay, la fintech che opera nel payment, diventata un unicorno, grazie al mega round di 320 milioni di euro.
Classifica per regioni
La Lombardia traina l’ecosistema: 105 operazioni hanno riguardato startup con sede nella Regione (il 57,6%). A seguire troviamo il Lazio (11,3%), il Piemonte (8,1%), Emilia Romagna (4,8%). Poi ancora la Campania (2,7%) e a pari merito Liguria e Puglia che attraggono il 2,1% degli investimenti totali. Più indietro il Veneto, la Calabria e la Sicilia e il Trentino Alto Adige (1,6%) che precedono l’Umbria e il Friuli Venezia Giulia (1%). Fanalino di coda la Sardegna e l’Abruzzo (0,5%).