
Slitta al prossimo autunno la sentenza del tribunale di Torino sulla passata gestione di Fondiaria-Sai.
La prossima udienza è infatti fissata per il prossimo 11 ottobre e in quella occasione termineranno le contro repliche delle difese degli imputati e poi i giudici andranno in camera di consiglio.
Oltre alla sentenza per i sei imputati in rito ordinario, i giudici torinesi dovranno anche pronunciarsi su una richiesta di patteggiamento.
Sono sotto processo Salvatore Ligresti, ex patron del gruppo assicurativo, la figlia Jonella, ex presidente di Fonsai, Fausto Marchionni, ex ad di Fonsai, Antonio Talarico, ex vice presidente di Fonsai, e i due ex revisori di Fondiaria-Sai, Riccardo Ottaviani e Ambrogio Virgilio della Reconta Ernst&Young. Ha chiesto di definire la sua posizione con un patteggiamento, invece, Emanuele Erbetta, ad di Fonsai dopo Marchionni.
Il 9 febbraio scorso, in occasione della conclusione della requisitoria il pm di Torino Marco Gianoglio, titolare del fascicolo, aveva chiesto la condanna di tutti e sei gli imputati. Nel dettaglio, il pm Gianoglio ha chiesto sette anni e tre mesi per Salvatore Ligresti e per la figlia Jonella, oltre a una multa di 2 milioni di euro ciascuno, sei anni e otto mesi per Fausto Marchionni, più una multa di 1,6 milioni di euro, sei anni e due mesi per Antonio Talarico, più una multa di 1,3 milioni di euro. Questi imputati sono accusati di falso in bilancio e manipolazione del mercato. La richiesta di condanna ha riguardato anche i due ex revisori Riccardo Ottaviani e Ambrogio Virgilio, accusati di concorso in falso in bilancio, per i quali sono stati chiesti rispettivamente tre anni e sei mesi ciascuno. Il pm ha chiesto anche la confisca dei 10 milioni di euro ancora sotto sequestro. Giulia Ligresti, altra figlia di Salvatore Ligresti, ha già patteggiato negli anni scorsi una pena a due anni e otto mesi, mentre per Paolo Ligresti, sempre figlio dell'ingegnere di Paternò, è arrivata una assoluzione da parte del tribunale di Milano, dove la sua posizione era stata trasferita per competenza territoriale, insieme a quelle di Fulvio Gismondi e Piergiorgio Bedogni, anch’essi assolti.