
Più di 35 aziende al giorno per un totale di 8.718 imprese. È il triste record delle imprese italiane fallite nei primi nove mesi dell’anno, secondo quanto rileva uno studio realizzato da Cribis D&B, società del gruppo Crif specializzata nella business information. Nello specifico, dopo i 3.212 casi rilevati nel primo trimestre e i 3.109 del secondo, nel terzo trimestre dell'anno (caratterizzato dalla presenza del mese di agosto, che tradizionalmente ne comprime la dinamica) sono fallite 2.397 imprese (contro le 2.205 del terzo trimestre 2011). Considerando il trend a partire dal 1 gennaio 2009, quando la crisi economica ha iniziato a farsi sentire, sono complessivamente 41.556 le imprese ad aver dichiarato fallimento. Il numero di fallimenti registrato in Italia nel terzo trimestre 2012 cresce sensibilmente sia rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno (+9%), sia rispetto agli anni precedenti (+16% rispetto al 2010 e soprattutto +39% rispetto al 2009). Nei primi nove mesi del 2012, a fallire in Italia sono state soprattutto società di capitali, con 6.674 casi, pari al 77% del totale. Solo una minoranza invece sono società di persone (1.075 casi, pari al 12%) e ditte individuali (969 casi, pari all'11%).
La distribuzione dei fallimenti lungo la penisola presenta situazioni molto differenti. La regione di gran lunga più colpita è la Lombardia (che presenta anche il maggior numero di imprese attive), dove dall’inizio del 2012 hanno dichiarato fallimento 1.925 imprese, 541 casi solamente considerando il terzo trimestre, totalizzando una quota superiore al 22% di tutti i casi registrati in Italia nel periodo di rilevazione. Al secondo posto si colloca il Lazio, con 897 fallimenti nel 2012, mentre chiude il podio il Veneto, con 743 casi totali di cui 238 nel solo terzo trimestre. Seguono Campania e Piemonte (in entrambe le regioni 688 casi nei primi nove mesi 2012), Emilia Romagna (641) e Toscana (604).
Oltre il 20% dei fallimenti registrati in Italia nei primi nove mesi del 2012 riguarda l’edilizia, che si conferma il settore in maggiore difficoltà con 1.862 casi, sommando i microsettori della costruzione di edifici, degli installatori e dell’edilizia specializzata. Collegati alla crisi del comparto vanno considerati anche i 450 fallimenti rilevati nel settore immobiliare.
Particolarmente colpito anche il commercio all’ingrosso (666 fallimenti nel microsettore del commercio all’ingrosso dei beni durevoli, 533 nel commercio all’ingrosso di beni non durevoli), al quale si aggiungono i 547 fallimenti nei servizi commerciali. Relativamente ai comparti che negli ultimi tre mesi sono stati particolarmente colpiti dalla contrazione dei consumi da parte delle famiglie, la rilevazione di Cribis D&B mette in evidenza i 67 fallimenti nel commercio al dettaglio di abbigliamento e accessori (1.290 casi dal gennaio 2009), i 32 fallimenti di alimentari (547 casi totali), i 94 casi registrati tra bar e ristoranti (1.545 dal 2009) oltre ai 24 alberghi che sono stati costretti a portare i libri in Tribunale nell'ultimo trimestre (per un totale di 369 casi complessivi).