Il forte impegno per l’emergenza Covid ha inciso sui conti del primo trimestre di Unipol segnati da un risultato netto consolidato pari a 134 milioni (-21,5%), una raccolta diretta assicurativa di 3,11 miliardi (-6,1%), di cui 2 miliardi nel Danni (-1,5%) e 1,1 miliardi nel Vita (-13,2%), e un combined ratio netto al 92%, in miglioramento rispetto al 94,6% registrato un anno fa, grazie al lockdown.
Per quanto riguarda l’evoluzione prevedibile della gestione, “l’andamento del business assicurativo, a partire dall'ultima settimana di febbraio, per effetto delle sempre piu' stringenti disposizioni governative in materia di mobilita' delle persone, rileva una riduzione della nuova produzione e, con riferimento ai rami Danni, una riduzione anche della sinistralità”, spiega Unipol in una nota. “Il Gruppo mantiene inalterate le proprie potenzialità per il perseguimento degli obiettivi del piano strategico. Escludendo eventi di natura straordinaria, attualmente non prevedibili, e ulteriori effetti significativi sui mercati finanziari conseguenti alla crisi sanitaria ed economica, il risultato consolidato per il corrente esercizio è atteso positivo”.
Il numero uno del Gruppo, Carlo Cimbri, ha spiegato che sulla questione del dividendo “abbiamo fatto una scelta di ottemperanza alle richieste che in una fase storica hanno effettuato il regolatore italiano e quello europeo ma dal punto di vista dei risultati c'erano nel bilancio 2019 e continuano a esserci nel 2020, la liquidità c’era e c’è, la situazione di Solvency nonostante tutta la volatilità del mercato continua a essere congrua per distribuire la cedola, che come dimensione vale 4-5 punti di Solvency (200 milioni) e la volontà nostra di pagarla è inalterata. Ad oggi ci sono tutte le condizioni di natura finanziaria e patrimoniale per farlo. Poi però ci sono anche ragioni di prudenza che dovremo valutare in base allo scenario macro e di settore. Ciò avverrà nella seconda parte dell’anno, però la nostra volontà è inalterata”.