
Saga Insurance, compagnia inglese specializzata nella protezione della persona, ha recentemente diffuso un monito sul fatto che almeno il 10% degli over 50 che si mettono in viaggio non sono dotati di un’assicurazione.
Il dato deve destare una certa preoccupazione in quanto in media il 25% degli ultracinquantenni si ammalano o incorrono in incidenti di vario tipo quando si trovano all’estero, e la mancanza di una copertura li espone a un elevato rischio di non ricevere un’assistenza sanitaria adeguata.
Invece gli assicurati…
Anche coloro che possiedono una polizza viaggio tuttavia non sempre ne fanno buon uso: nella maggior parte dei casi infatti i clienti che si trovano in una situazione di emergenza non si mettono in contatto con l’assicuratore (o lo fanno con un eccessivo ritardo, quando la situazione è già rientrata nella normalità). È stato stimato che solo il 12,5% avvisa la compagnia di eventuali incidenti o malattie, mentre il 27% si rivolge ai familiari, il 19% all’agenzia di viaggio e il 16% al receptionist dell’hotel. Il 5% poi si reca direttamente all’ospedale più vicino.
Questo comportamento è dannoso per almeno due motivi: in primis perché in molti paesi è molto elevata la probabilità di venire indirizzati verso cliniche private molto costose (dunque ci si trova poi a fare i conti con spese mediche esageratamente alte). In secondo luogo poi non mettendo la compagnia al corrente della situazione il reclamo non viene registrato immediatamente, dunque i tempi burocratici si allungano.
Kevin McMullan, direttore del ramo travel insurance di Saga, ha ribadito che l’assicuratore è sempre la prima persona da contattare in caso di emergenza, in quanto è l’unico in grado di indirizzare i clienti verso la struttura ospedaliera più adeguata e di fornire assistenza professionale in tutte le fasi del processo.