
L'imposta sulle transazioni finanziarie verrebbe applicata da Austria, Belgio, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. Insieme, questi 11 paesi dell'UE si sono dichiarati favorevoli ad introdurre una nuova imposta sulle transazioni finanziarie. Su loro richiesta, la Commissione sta definendo un approccio comune per la riscossione di tale tassa.
Questa è destinata a garantire un contributo equo alle entrate pubbliche da parte del settore finanziario, che beneficia attualmente di una fiscalità più bassa rispetto a quella applicabile ad altri settori.
Sarebbe anche un modo per far pagare a banche e altre società di servizi finanziari la giusta quota dei costi sostenuti per uscire dalla crisi. Sono infatti tra i principali responsabili delle attuali difficoltà economiche ed è grazie ad ingenti finanziamenti pubblici che sono state in grado di sopravvivere.
L'imposta si applicherebbe a tutte le transazioni finanziarie che coinvolgono una parte stabilita in uno o più degli 11 paesi. L'aliquota minima sarebbe pari allo 0,01% per i derivati e allo 0,1% per qualsiasi altra transazione, inclusi gli acquisti di azioni e obbligazioni. I paesi partecipanti sono liberi di applicare aliquote più elevate.
L'imposta non si applicherebbe alle attività finanziarie quotidiane di cittadini e imprese, come la sottoscrizione di polizze assicurative, l'accensione di un'ipoteca, gli acquisti con carta di credito e i prestiti alle imprese. Il gettito stimato dell'imposta è pari a 30-35 miliardi di euro l'anno, che potrebbero in parte confluire nel bilancio dell'UE. Il contributo di ciascun paese partecipante sarebbe ridotto dell'importo corrispondente.
La parte restante del gettito dell'imposta andrebbe ad integrare i bilanci nazionali per essere utilizzata, come altre entrate tributarie, per ridurre il debito o investire, ad esempio, nella crescita e nell’occupazione.
16 dei 27 paesi dell’UE non applicheranno l’imposta immediatamente. Potranno tuttavia aderirvi in un secondo tempo e, attraverso l'UE, hanno dato il via libera agli altri 11 paesi per introdurla. Cominceranno ora discussioni dettagliate sulle modalità di applicazione dell'imposta. Tutti i paesi dell'UE possono partecipare alle discussioni, ma solo gli 11 che introdurranno l’imposta disporranno di un voto e dovranno decidere all'unanimità prima che l'attuazione, prevista per il 1° gennaio 2014, sia possibile. Anche il Parlamento europeo verrà consultato.