E alla fine le sei compagnie di assicurazioni RSA, QBE, Hiscox, MS Amlin, Argenta e Arch, hanno deciso di non presentare ricorso contro la sentenza della High Court di Londra che, in merito al test case presentato dalla Financial Conduct Authority (FCA) sui mancati indennizzi delle polizze di business interrutption per i casi di interruzione dell’attività dovuti al lockdown, si era pronunciata a favore degli assicurati sulla maggior parte delle questioni chiave.
Secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, le sei compagnie avrebbero dovuto appellarsi contro la sentenza per evitare di pagare i clienti danneggiati dal blocco dell’attività e in possesso di cinque diversi tipi di polizze, spingendo la High Court di Londra a dare una risposta finale sulla questione entro la fine dell’anno.
Questa decisione degli assicuratori fa sperare che centinaia di aziende fortemente danneggiate e diverse sull’orlo del default, possano finalmente vedere soddisfatte le loro richieste senza ulteriori ritardi.
Un portavoce di RSA ha detto che la compagnia collaborerà con il broker Marsh per effettuare i pagamenti parziali secondo stringenti tempistiche.
La Financial Conduct Authority britannica aveva intentato una causa contro un totale di otto assicuratori nel giugno 2020 per chiarire se 21 formulazioni di polizze, che interessano potenzialmente 700 polizze, 60 assicuratori, 370.000 sottoscrittori di polizze e miliardi di sinistri assicurativi, coprivano il caso di interruzione e chiusura dell’attività in seguito alle imposizioni del governo per frenare il virus.
L’Alta Corte di Londra il mese scorso ha stabilito che molte delle polizze di business interruption in questione, in realtà fornivano tale copertura. Due degli otto assicuratori, Zurich ed Ecclesiastical, avevano già deciso di non presentare ricorso.