
Unipol chiude i primi nove mesi dell’anno con un risultato netto consolidato di 759 milioni di euro, in crescita del 31,5% a fronte dei 577 milioni realizzati nello stesso periodo del 2019.
A sostenere i risultati è stato il settore danni, con un utile ante imposte salito del 41% a 985 milioni di euro grazie al calo dei sinistri legato all’emergenza sanitaria.
In una nota il gruppo osserva che l’utile dello scorso anno è stato “normalizzato” escludendo gli effetti definitivi pari a 421 milioni del primo consolidamento a patrimonio netto della partecipazione in Bper Banca e gli oneri non ricorrenti (67 milioni al netto delle imposte) derivanti da accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali per incentivazioni all’esodo dei dipendenti. Il risultato del periodo è stato influenzato dall’emergenza sanitaria tuttora in corso. Al 30 settembre 2020, la raccolta diretta assicurativa, al lordo delle cessioni in riassicurazione, è stata di 8,64 miliardi, con una flessione del 13,7% rispetto ai circa 10 miliardi di fine settembre 2019, con un calo del 3,6% nel danni e del 27,2% nel vita.
“Viviamo in un periodo di incertezza complessiva per il settore e l’intero andamento dell’economia in generale. Credo sia quindi giusto gestire le nostre cose con grande prudenza e cautela”, ha detto l’amministratore delegato di Unipol, e presidente della controllata UnipolSai, Carlo Cimbri, nel corso della conference call con gli analisti finanziari sui conti dei primi nove mesi dell’anno. “Tutti auspichiamo che la situazione finisca presto ma nessuno di noi ha sfera di cristallo per sapere quando finirà e, quindi, dobbiamo aspettarci un 2021 ancora con la pandemia in atto, per lo meno per una parte dell’anno, con tutte le conseguenze che questo comporta”.