Assoprevidenza
Una sorta di corto circuito normativo rischia di lasciare le casse e i fondi sanitari a carattere assistenziale, cui sono iscritti 11 milioni di lavoratori, senza una disposizione che confermi esplicitamente la loro natura di enti non commerciali nei confronti del Fisco.
Già oggi un italiano su quattro ha più di 65 anni, nel 2050 gli over 65 saranno addirittura uno su tre. Ma nel Paese più anziano d’Europa, secondo nel mondo soltanto al Giappone, ci sono tutte le condizioni per sviluppare una “silver economy” che trasformi l’invecchiamento della popolazione in un’opportunità di crescita economica.
Intervenuto a Roma agli Stati Generali dell’assistenza di lungo termine organizzati da Italia Longeva presso il Ministero della Salute, il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello ha rilanciato la proposta dell’Associazione per la previdenza e l’assistenza integrativa: rendere obbligatoria anche in Italia l’assicurazione cosiddetta LTC (Long-Term-Care) che interviene - con un sostegno economico o con la fornitura di servizi per tutto il resto della vita - in caso di perdita dell’autosufficienza, una condizione che il progressivo invecchiamento della popolazione costringe sempre più famiglie italiane ad affrontare anche economicamente.
La completa detassazione del premio di produttività, prevista dal disegno di legge di Bilancio 2017, ove esso sia impiegato in beni e servizi di welfare, rappresenta un’opportunità sia per le aziende sia, soprattutto, per i dipendenti.
“Può il welfare costituire un motore per l’economia?”: per rispondere a questo interrogativo e stimolare il dibattito Assoprevidenza e Itinerari Previdenziali, in collaborazione con Percorsi di Secondo Welfare, e con il sostegno di AON e DLA Piper, hanno realizzato un Quaderno di approfondimento che riprende e sviluppa i contenuti del workshop “Il Welfare come motore dell’economia: domiciliarità e servizi alla persona”, che si è tenuto il 12 maggio 2016 a Napoli, in occasione della Giornata Nazionale della Previdenza e del Lavoro.
“La residenzialità per gli anziani: possibile coniugare sociale e business?”: per rispondere a questo interrogativo e stimolare il dibattito pubblico in un Paese dove gli anziani ospiti delle strutture residenziali sostengono rette troppo spesso insostenibili, Assoprevidenza e Itinerari Previdenziali hanno realizzato un Quaderno di approfondimento.
Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza, rilancia la proposta di modificare il meccanismo delle adesioni ai fondi pensione di categoria prevedendo già nel contratto la partecipazione del lavoratore dipendente, fatta salva la facoltà del singolo di rinunciare.
Le forme pensionistiche complementari potranno dare indicazioni ai gestori esterni purché ci sia sostanziale compatibilità con i mandati di gestione. Apprezzamento del presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello: “Buoni rendimenti stabili nel tempo per i portafogli dei fondi e risorse utili per la crescita del Paese Italia”.
La grave crisi economica e occupazionale ha generato una situazione paradossale dove, al crescente bisogno di copertura sociale, corrisponde la riduzione di risorse a disposizione del welfare pubblico che impedisce al sistema di protezione sociale di assolvere al proprio compito. “È urgente procedere a una razionalizzazione delle poche risorse disponibili, pubbliche e private, organizzandole in maniera efficiente. Meno enti che svolgono attività parallele significa focalizzare l’attenzione sull’aspetto dei servizi e di risparmiare sulle inutili ridondanze di carattere amministrativo”, ha affermato Sergio Corbello, Presidente di Assoprevidenza in apertura del convegno “Welfare integrato: qualcosa di più di un’idea”, organizzato dall’Associazione Italiana per la Previdenza e Assistenza Complementare e il Laboratorio di ricerca “Percorsi di secondo welfare” nell’ambito della Giornata Nazionale della Previdenza 2014 in svolgimento a Milano.
“È ben noto come, nel nostro Paese, emergano significative differenze tra la condizione previdenziale maschile e quella femminile: la prima, quella forse più macroscopica, è costituita dal fatto che, a fronte di una prevalenza numerica delle donne sul totale dei pensionati, mediamente le donne percepiscono importi più bassi. Altrettanto noto è il fatto che la condizione previdenziale delle donne è rivelatrice di percorsi di vita personali e familiari che vedono, generalmente, una presenza più intermittente nel mondo del lavoro; una difficile conciliazione tra mantenimento del lavoro, maternità e cura dei figli; carriere più lente; differenziali retributivi con gli uomini a parità di ruolo. Se questa è la situazione che ci troviamo a fronteggiare, ben vengano occasioni di incontro e di riflessione che consentano, non solo di fare un’analisi dell’esistente, ma anche di elaborare in modo propositivo linee di intervento da condividere con tutti i soggetti coinvolti”.