“Per investimenti di lunghissimo periodo come quelli previdenziali impennate di ribasso e di rialzo dei mercati nel tempo si ammortizzano, come dimostra l’andamento medio dei rendimenti della previdenza complementare negli ultimi 10 anni”.
È quanto ha detto il presidente di Assoprevidenza, Sergio Corbello, nel corso della tavola rotonda organizzata in occasione dell’assemblea dell’Associazione italiana per la previdenza e l’assistenza complementare. “Inoltre va tenuto in conto - ha aggiunto Corbello – “che le forme di previdenza complementare stanno impiegando una quota crescente di risorse in investimenti cosiddetti alternativi, decorrelati dall’andamento dei mercati finanziari. Questi impieghi contribuiscono ad attutire le fasi negative dei mercati portando risultati con il segno più”.
Nonostante la possibilità di un recupero negli ultimi due mesi dell’anno, cui molti addetti ai lavori guardano con una certa fiducia, l’andamento negativo dei mercati finanziari nel 2022 potrebbe tradursi a fine anno in un segno meno per i rendimenti delle forme di previdenza complementare. Ma, misurati sugli ultimi dieci anni, un periodo di tempo più corretto per la valutazione di investimenti di lungo periodo come quelli previdenziali, i rendimenti netti restano ampiamente positivi: tra il 2,7% e il 3,3% in media a fine settembre 2022 (fonte: Covip), comprendendo quindi i ribassi dei mercati dei primi nove mesi dell’anno che un eventuale recupero da qui a fine dicembre potrebbe ridurre, facendo ulteriormente salire i rendimenti. E talune delle società di gestione che fanno parte del Club dei Partner di Assoprevidenza prevedono per i mercati finanziari un 2023 migliore.