Clusit
Con 1.637 attacchi cyber rilevati nel mondo - una media di 273 al mese, contro i 230 dello scorso anno e i 139 del 2019 – il primo semestre 2024 conferma il trend di crescita delle incursioni cibernetiche nel mondo.
Nel 2021 sono stati registrati 2.049 attacchi informatici “gravi”, pari a un incremento di circa il 10% rispetto ai dati dell’anno precedente.
La forzata digitalizzazione di processi e servizi che ha caratterizzato gli ultimi dodici mesi ha portato tante imprese a misurarsi con soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale (IA) per migliorare la propria efficienza. In particolare, l’attuale contesto di emergenza sanitaria richiede oggi, in diversi settori e soprattutto nell’ambito della ricerca scientifica, la gestione di grandi quantità di dati e capacità computazionali per trattare nuovi algoritmi.
Secondo gli esperti che hanno lavorato alla realizzazione del Rapporto Clusit 2020, nei primi sei mesi dell’anno si sono registrati in prevalenza attacchi cyber verso la categoria “Multiple Targets” che, come nel caso specifico degli attacchi a tema Covid-19, risulta il segmento più colpito, in crescita del 26% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Con 850 attacchi noti analizzati, circa il 7% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e la crescita costante del cyber crime, causa dell’83% degli attacchi, la prima metà del 2020 si guadagna la maglia del “semestre nero” della cyber security. È quanto emerge dai dati contenuti nella nuova edizione del Rapporto Clusit 2020.
Presentato il Rapporto Clusit 2020, realizzato dall’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica. Il primo dato che balza agli occhi è l’aumento del numero di attacchi cyber di grave entità che nel 2019 sono stati 1.670, pari a un incremento del 7% rispetto all’anno precedente, ma quasi il doppio degli 873 attacchi registrati nel 2014.
I danni da cyber crime hanno toccato livelli record nel 2017, difficilmente immaginabili pochi anni fa.