Con 1.637 attacchi cyber rilevati nel mondo - una media di 273 al mese, contro i 230 dello scorso anno e i 139 del 2019 – il primo semestre 2024 conferma il trend di crescita delle incursioni cibernetiche nel mondo.
I dati sono stati rilevati e analizzati dai ricercatori di Clusit, Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, nel Rapporto Clusit 2024 di fine anno, che riporta i dati del primo semestre 2024.
I ricercatori hanno evidenziato nei primi sei mesi dell’anno una crescita degli eventi di cyber security pari al 23% rispetto al semestre precedente, dato definito “preoccupante” dai ricercatori Clusit soprattutto se confrontato con i dati del 2023, che avevano segnato un aumento a livello globale dell’11% rispetto all’anno precedente.
Oltre alla crescita costante della frequenza degli incidenti, anche la valutazione dell'indice di gravità degli attacchi registrati dai ricercatori di Clusit è andata aumentando anno dopo anno, rappresentando così un ulteriore fattore di moltiplicazione dei danni.
L’analisi dei ricercatori di Clusit ha preso in particolare considerazione l’arco temporale degli ultimi cinque anni, evidenziando un incremento degli attacchi nel mondo del 110% dal 2019 al 2024. Se, cinque anni fa, i ricercatori di Clusit rilevavano a livello globale una media di 4,5 eventi al giorno, oggi ne classificano mediamente 9.
“Oltre all’incremento dei danni causato dal cybercrime e dalle normali attività di intelligence che osserviamo ormai da molti anni, si conferma nel primo semestre 2024 la fase di conflittualità cibernetica diffusa in cui siamo entrati nel 2022, ulteriormente cresciuta nel 2023 anche a causa dell’allargamento del conflitto tra Israele e le milizie islamiche supportate dall’Iran in vari paesi dell’area medio-orientale”, ha affermato commentando i dati globali Sofia Scozzari, del comitato direttivo Clusit.
Considerazioni sull’Italia
Nel primo semestre di quest’anno, i ricercatori di Clusit hanno registrato un lieve calo nel numero degli attacchi nel nostro Paese rispetto allo stesso periodo del 2023, con un totale di 124 eventi, corrispondenti al 7,6% del totale. Come nel resto del mondo, gli attacchi critici sono stati in diminuzione (8% rispetto al 13,5% del 2023), a dispetto quelli di gravità elevata, che invece hanno rappresentato il 50% del totale, in crescita rispetto allo scorso anno e in linea con il dato globale.
Gli attacchi rilevati nel nostro Paese sembrano tuttavia danneggiare in maniera meno critica rispetto al resto del mondo: gli incidenti con impatto grave sono infatti notevolmente più bassi (8% contro 31%). Risultano molto più numerosi gli incidenti con impatto medio, ma i loro danni sono più circoscritti (41% contro 19%).
In Italia nel primo semestre 2004 è stato il comparto manifatturiero la prima vittima, con il 19% degli attacchi (in crescita dal 13% nel 2023). Da notare che oltre un quarto (28%) del totale degli eventi cyber rivolti al comparto globale riguarda realtà manifatturiere italiane, ricalcando la peculiarità del tessuto economico del nostro Paese, come hanno rilevato gli autori del Rapporto Clusit.
Seguono i “multiple targets”, con il 13% degli attacchi e il settore governativo, militare e delle forze dell’ordine, con l’11% degli attacchi. Appaiono inoltre particolarmente presi di mira anche i settori trasporti e logistica (11%), la sanità (9%), il settore professionale /scientifico/tecnico (8%) e associazioni ONG e di categoria (7%). Seguono i comparti ICT, arti /intrattenimento (entrambi al 4%) e finanziario/assicurativo, che si attesta poco sopra il 2%.
È, tuttavia, il settore sanitario italiano a destare le maggiori preoccupazioni se guardato in prospettiva temporale, come hanno evidenziato i ricercatori di Clusit. Infatti, nel primo semestre 2024, gli incidenti rilevati ai danni di questa categoria sono comparabili in numero a quelli individuati nell’intero anno 2023. La crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è pari all’83%, confermando la preoccupante tendenza che vede un significativo aumento dell’attenzione da parte dei cybercriminali nei confronti di un comparto particolarmente critico.