petrolio
Greenpeace e Re:Common, insieme alle ong che sostengono la campagna “Unfriend Coal/Insure Our Future”, hanno reso pubblica la lettera inviata agli amministratori delegati delle 30 principali compagnie assicurative del mondo, con cui chiedono di non sostenere più nuovi progetti del settore oil&gas, cioè quelle iniziative che allontanano il raggiungimento degli obiettivi climatici internazionali. Insomma, le assicurazioni devono fare di più: “Mentre i governi pianificano la ripresa dalla crisi causata dalla pandemia, gli assicuratori devono sostenere la transizione verso un futuro sostenibile, equo e resiliente come sottoscrittori e investitori”.
Le numerose incertezze che interessano l’economia mondiale pesano anche sulla salute finanziaria delle imprese. Due fenomeni continuano ad incidere sul contesto economico.
Per l’estate 2016 si prevede un significativo aumento del consumo del carburante negli Stati Uniti, grazie ai prezzi che hanno raggiunto i minimi storici. Il costo al barile si prospetta essere nei prossimi mesi il più basso dell’ultima decade, sebbene questo sia solito innalzarsi nel periodo compreso tra il Memorial Day (fine maggio) e il Labour Day (inizio settembre).
Il recente crollo dei prezzi del petrolio comporta delle conseguenze per il rischio credito delle imprese nel mondo. Tra i 14 settori analizzati da Coface, si distinguono un grande perdente e un grande vincente, le cui valutazioni sono riviste al ribasso o al rialzo.
I prezzi del petrolio hanno registrato un calo vertiginoso negli ultimi mesi, passando da un picco di 114,81 dollari il 20 giugno 2014 a 48,47 dollari il 28 gennaio 2015. Questa contrazione del 57,8% si spiega con l’aumento della produzione mondiale, unitamente a un calo della domanda. Per quanto riguarda l’offerta, il recente sviluppo del petrolio di scisto negli Stati Uniti ha aumentato la produzione nel paese raggiungendo il livello più alto negli ultimi 30 anni.
Aon Risk Solutions, la branch di Aon plc (NYSE: AON) che si occupa di global risk management, presenta la Political Risk Map 2015, una fotografia attuale del ilrischio politico nei mercati emergenti.