Il debito dello Stato è di tre volte superiore di quello delle autonomie locali. A fare i conti è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre: al 30 giugno scorso il debito dell’Amministrazione centrale dello Stato ammontava a 257,8 miliardi di euro (al netto dei titoli di Stato) a fronte degli 81,6 miliardi di Regioni ed Enti locali e di soli 184 milioni per gli Enti previdenziali.
Il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi ha commentato i dati dicendo che “Se escludiamo la spesa per gli interessi e quella previdenziale oltre il 57 per cento delle uscite totali è riconducibile alle Amministrazioni locali. Ebbene, nonostante queste ultime debbano farsi carico di ben oltre la metà della spesa pubblica, presentano un livello di indebitamento nettamente inferiore a quello dello Stato centrale. In vista della definizione dei tagli alle uscite con la cosiddetta spending review crediamo sia importante che il Commissario Cottarelli tenga in considerazione anche questi dati”.
Gli Enti territoriali meno indebitati sono le Province che sono al centro di una importante riforma che le sta progressivamente sopprimendo: al 30 giugno di quest’anno il loro indebitamento era di 5,4 miliardi di euro (pari al 1,6% del debito totale al netto dei titoli pubblici): seguono gli Altri enti (Asl, Università, Comunità montane e Camere di Commercio), con un importo di 14,5 miliardi di euro (4,3% del totale). Le Regioni, secondo la Cgia, presentavano un livello di indebitamento abbastanza contenuto: 23,4 miliardi di euro (6,9% del totale). I Comuni, infine, sono i più “spendaccioni”: l’ammontare del debito ha raggiunto quota 38,2 miliardi di euro (11,3% del totale) .