L’assistenza complementare? Troppo cara per il 67% dei francesi e per il 43% i prodotti di assicurazione sanitaria in commercio sono difficili da capire. È questo il risultato di un sondaggio effettuato dal gruppo ACE a fine 2014, intervistando oltre 2.500 consumatori di Francia, Germania, Spagna, Italia e Regno Unito.
“Mentre i governi europei alle prese con crescenti deficit di bilancio stanno cercando di ridurre la spesa pubblica, si registra un aumento della spesa sanitaria a carico dei cittadini, non coperta da prestazioni pubbliche o da assicurazioni sanitarie integrative”, si legge nello studio di ACE. “Nonostante ciò, il campione di cittadini intervistati ritiene che l’assicurazione sanitaria complementare sia troppo costosa e non mancano i dubbi sulla reale utilità dello strumento a causa delle esclusioni”.
Circa il 45% dei francesi ha dichiarato che prenderebbe in considerazione lo strumento assicurativo per i “grandi rischi” qualora il premio mensile fosse accettabile (in media 26 euro). Tra i cittadini europei intervistati, sono gli italiani ad aver indicato la soglia di accettabilità più alta (40,37 euro di premio mensile), ma sono anche i più scettici (42%) sulla reale utilità delle soluzioni di assicurazione sanitaria offerte sul mercato.
Un clima di sfiducia che coinvolge maggiormente i più giovani.
Nella fascia compresa tra 30-45 anni di età e in particolare tra le persone con figli piccoli, questo tipo di copertura assicurativa gode di un forte interesse, vista la grande attenzione sui temi legati alla salute.
Tra le principali fonti di preoccupazione, gli intervistati francesi, tedeschi e britannici hanno citato il cancro, l’infarto e l’ictus, la demenza senile e malattia l’Alzheimer, mentre in Italia e Spagna a preoccupare maggiormente sono il declino del settore pubblico per l’assistenza sanitaria e il calo delle prestazioni sociali.
Uno dei grandi problemi delle assicurazioni sanitarie è dato dalla difficoltà a far comprendere i prodotti. I consumatori stanno alla larga da questo tipo di prodotti proprio perché è molto difficile capire cosa offrono realmente. Questa è l’opinione del 43% del campione complessivo, con francesi e italiani che superano ampiamente la soglia del 50%, mentre i più informati sulla materia sono i cittadini britannici.