La Corte dei Conti ha acquisito dalla Regione Piemonte i decreti attuativi della legge regionale che prevede la copertura pubblica parziale delle assicurazioni Vita e Kasko per i consiglieri regionali. L’iniziativa della magistratura contabile è a livello informativo e in Regione spiegano che c’è un rapporto costante e continuo di scambio di informazioni con la Corte dei Conti.
Luigi Serra, il leader del sindacato Csa che ha sollevato il caso, dichiara al quotidiano La Stampa che sulla questione la politica, sostenendo la legittimità della procedura, non risponde al nocciolo della questione: “farsi pagare una parte dell’assicurazione con i soldi pubblici è opportuno oppure no?”. Le critiche del leader del sindacato autonomo si riferiscono alla scelta di 27 consiglieri regionali di continuare a usufruire del privilegio fino al maggio del 2016 quando scadranno i contratti.
È stato il presidente dell’Assemblea regionale a decidere di cancellarli dopo la denuncia del sindacato con il via libera di tutti i gruppi regionali. Mauro Laus ha definito anacronistico quel benefit stabilito con una legge del 1981 modificata nel corso degli anni. Ad agosto, così, sono già state modificate le percentuali di copertura della polizza obbligatoria che adesso sarà finanziata solo con una cifra simbolica pari all’1%. Impossibile, invece, cancellare la norma che prevede una copertura pubblica del 70% dei costi assicurativi per Vita e Kasco. La via più breve era non rinnovare il contratto. E così è stato fatto.
Va detto che in questa legislatura c’è anche chi ha scelto volontariamente di non usufruire del benefit. Lo hanno fatto 23 consiglieri su 51 e 9 assessori su 11. Un numero che è aumentato ad agosto dopo le polemiche nate dalla denuncia sindacale e dalla richiesta di pubblicazione degli elenchi dei consiglieri assicurati anche grazie ai soldi dei contribuenti fatta dal Movimento 5 Stelle.