L’authority britannica Financial Conduct Authority (FCA) ha avvertito gli assicuratori del Regno Unito di fare molta attenzione nell’utilizzo dei social media a fini commerciali.
In particolare, FCA fa riferimento alla pratica usata ormai da diverse compagnie che cercano su internet e principalmente su Facebook e LinkedIn dati sugli stili di vita di singole persone alle quali vengono poi aumentati i premi assicurativi.
Si tratta di una osservazione dovuta per FCA che ha da poco completato uno studio sul modo in cui le compagnie britanniche utilizzano i dati raccolti da fonti alternative. Un esempio? I dati raccolti dai supermercati con le fidelity card che permettono di indagare le abitudini alimentari di un cliente, si può vedere se segue un regime dietetico, se compra prodotti biologici o se eccede in superalcolici. E ancora, i device tecnologici di casa che indicano per quanto tempo il proprietario lascia l’abitazione incustodita. Sono tutte pratiche che possono certo definire al meglio il profilo di rischio del cliente, ma sono decisamente invasive. E proprio per questo motivo, nel corso del 2016 dovrebbero essere introdotte misure più restrittive per questo tipo di pratiche e salvaguardare meglio la privacy delle persone.
Va detto che l’attenzione rivolta dagli assicuratori ai social media è principalmente dovuta all’attività investigativa riguardo a sinistri in odore di frode. Proprio lo spulciare i post e le foto sui social ha permesso poco tempo fa di smascherare una ex Miss England che pur avendo accusato un colpo di frusta dopo un incidente stradale, la settimana successiva si faceva ritrarre in sella a un “rodeo bull” meccanico.
Queste attività di ricerca sui social media hanno sollevato più di un problema sulla privacy dei singoli individui, ma anche più di un timore sul fatto che il costo di queste operazioni di raccolta di informazioni sia tale da scoraggiare l’ingresso di nuovi player nel mercato assicurativo. Da parte sua l’associazione degli assicuratori britannici (Association of British Insurers) ha respinto tutte queste preoccupazioni insistendo sulla gestione professionale dei dati sensibili e anzi, enfatizzando l’approccio al Big Data come strumento per migliorare l’attività delle compagnie.