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I “catastrophe bonds” sono dei particolari strumenti finanziari che permettono di trasferire il rischio di catastrofi naturali dagli assicuratori agli investitori: questi ultimi ricevono interessi molto alti, ma se l’evento si verifica il patrimonio è perso (in parte o in toto, dipende dai singoli contratti) e viene destinato a ripagare i danni degli assicurati.
Questo meccanismo di ri-allocazione dei rischi sta prendendo sempre più piede, tuttavia presenta ancora alcune criticità operative che le compagnie stanno cercando di risolvere. La principale problematica sta nel fatto che al momento i tempi di trasferimento dei capitali sono molto lunghi: si parla di settimane o addirittura di mesi.
Nel tentativo di stimolare la compravendita delle “obbligazioni-catastrofe” e migliorare la qualità del servizio, Allianz ha iniziato a sperimentare l’applicazione della tecnologia Blockchain – quella che sta alla base della moneta virtuale Bitcoin. Questa iniziativa è nata in collaborazione con Nephila Capital (società con sede a Bermuda) e consiste nella creazione di “contratti smart” che vengano eseguiti automaticamente tramite Blockchain quando si verificano una serie di condizioni predeterminate. In questo modo i tempi di pagamento sono ridotti a pochi giorni, o addirittura ore.
Le due società hanno inoltre dichiarato che, stando agli studi condotti fin ora, l’impiego di questa tecnica sarebbe in grado non solo di accelerare ma anche di semplificare notevolmente i processi.
Tutto ciò si spiega con il fatto che Blockchain è un sistema completamente automatizzato, che non prevede intervento manuale da parte degli operatori né necessita di verifiche. Azzera quindi il rischio di ritardi e di errori umani.
I suoi sostenitori ritengono che potrebbe potenzialmente soppiantare i mercati finanziari, in quanto permette di effettuare pagamenti e transazioni in modo estremamente più efficiente.
Una tecnologia in fase di studio
Gli enti regolatori stanno studiando le conseguenze di questo uso applicato, per verificare se sia in grado di soddisfare i requisiti di governance e se rientri nei limiti legislativi.
L’European Securities and Markets Authority (ESMA) ha affermato che è ancora troppo presto per formulare un giudizio, ma che comunque le imprese che intendono ricorrere a Blockchain devono attenersi in modo tassativo al framework regolatorio. Allianz dal canto suo ha ribadito la necessità di intavolare una discussione seria con le istituzioni, per studiare normative che permettano di sfruttare al meglio gli usi professionali di questa tecnologia.