
Da tempo le autorità cinesi stavano lavorando a un canale di connessione tra la borsa di Shenzhen e quella di Hong Kong – la cosiddetta Shenzhen-Hong Kong Stock Connect – che permettesse la condivisione di azioni e securities tra i due mercati senza costi operativi di transizione.
L’accordo si sarebbe dovuto perfezionare ancora nel 2015, ma a causa della forte volatilità dei mercati le negoziazioni si sono protratte fino a oggi.
La data di entrata in vigore del provvedimento non è ancora stata resa nota, ma – tranquillizza la SFC - presto arriveranno notizie ufficiali.
Solo martedì infatti la Securities and Futures Commissione (SFC) della città-stato ha annunciato ufficialmente l’abolizione delle quote di conversione dei titoli tra i due listini. Questa partnership permetterà a molti investitori internazionali di avere un accesso diretto al mercato di Shenzhen, centro di importanza strategica per la presenza di un altissimo numero di imprese tecnologiche – molte più di quelle quotate a Shanghai. L’imminente liberalizzazione è quindi l’occasione perfetta per testare l’attrattiva esercitata dalla Cina sugli investitori esteri.
Secodo Karine Hirn e Francois Perrin, portfolio manager di East Capial, Shenzhen ha le caratteristiche per divenire uno dei centri finanziari più “caldi” a livello internazionale, attraendo in particolare investitori istituzionali (invece che clienti retail).
Rispetto a Shanghai qui troviamo aziende small-cap (a bassa capitalizzazione) con un forte tasso di crescita e uno stile di investimento più dinamico.