Salta al contenuto principale
Home
  • Home
  • Notizie
    • Appuntamenti
    • Attualità
    • Brokers
    • Carriere
    • Comunicazioni aziende
    • Nuovi prodotti
    • Riassicurazione
    • Risk Management
    • Studi e ricerche
  • Insurtech
  • Interviste
  • Brokers
  • Annuario ASEFIBrokers
  • Contatti

Willis Towers Watson: l’inarrestabile ascesa degli asset alternativi

Facebook Like Share on Facebook Tweet Widget Linkedin Share Button

Giovedì, 20 Luglio, 2017 - 07:55
Autore: Araldo

Secondo l’indagine Global Alternatives Survey di Willis Towers Watson, il patrimonio gestito dai primi 100 fondi di investimento alternativi è aumentato rispetto all’anno precedente del 10%, raggiungendo un valore complessivo di 4 mila miliardi di dollari.

L’indagine, che copre dieci asset class e sette tipologie d’investitori, mostra che fra i primi 100 gestori alternativi quelli real estate detengono la percentuale più elevata di attività gestite (35%, oltre 1.400 miliardi di dollari), seguiti dai fondi di private equity (18% e 695 miliardi di dollari), fondi hedge (17% e 675 miliardi di dollari), fondi di fondi private equity (PEFoFs) (18% e 492 miliardi di dollari), credito illiquido (9% e 360 miliardi di dollari), fondi di fondi hedge (FoHFs) (6% e 228 miliardi di dollari), infrastrutture (4% e 161 miliardi di dollari) e commodities (1%). 

In termini di crescita delle asset class, negli ultimi 12 mesi il credito illiquido ha registrato il maggior incremento, passando da 178 miliardi di dollari a 360 miliardi. Al contrario, nello stesso arco temporale, gli asset relativi ai fondi hedge sono diminuiti da 755 miliardi di dollari a 675.

Alessandra Pasquoni, responsabile Willis Towers Watson in Italia per l’attività di investment commenta: “A causa dell’aumento di capitali e di competitività in alcuni segmenti del credito illiquido, come ad esempio i direct lending, i rendimenti non sempre offrono una adeguata compensazione per l’illiquidità e per il rischio. Allo stesso tempo, abbiamo visto una fuga dei capitali dai fondi hedge a fronte di commissioni elevate, un “disallineamento di interessi” e performances sfavorevoli. Sembra che il sentimento negativo generato a causa delle suddette problematiche si stia riversando nelle scelte degli investitori. Siamo sorpresi dal fatto che ci sia voluto così tanto tempo per osservare questo trend, che comunque è in linea con la nostra visione di lungo termine che i fondi hedge debbano cambiare, con coloro che sono disposti ad offrire una maggiore trasparenza e mostrare “value for money”.   

I dati del sondaggio (562 società monitorate) mostrano che, nel complesso, gli asset alternativi totali attualmente gestiti hanno raggiunto quota 6.5 mila miliardi di dollari. Il Nord America continua ad essere la destinazione favorita per l’allocazione degli asset alternativi (54%). Complessivamente, il 33% degli investimenti alternativi è in Europa, l’8% in Asia-Pacifico, e il 6% nel resto del mondo”.

L’indagine, inoltre, mostra che gli asset dei fondi pensione rappresentano un terzo (33%) delle attività gestite dai primi 100 gestori alternativi. Seguono wealth managers (15%), fondi sovrani (5%), fondazioni (2%), banche (2%) e fondi di fondi (2%). Da notare, la percentuale delle compagnie di assicurazioni tra i primi 100 gestori di asset alternativi è cresciuta dal 10% al 12%.

Alessandra Pasquoni: “Sebbene il mondo dei gestori di asset alternativi continui a essere dominato dai fondi pensione, poiché le soluzioni hanno continuato ad evolversi in linea con le esigenze degli investitori e hanno incorporato delle strutture a costi inferiori, abbiamo visto un crescente interesse da parte di altri gruppi di investitori, quali le compagnie di assicurazione, che cercano le opportunità di catturare alpha generate dalla continua volatilità” 

I fondi pensione gestiti dai 100 gestori di asset alternativi hanno raggiunto 1,6 mila miliardi di dollari, maggiore del 9% rispetto all’indagine dell’anno scorso, e rappresentano il 51% del totale degli AuM. Gli stanziamenti per il credito illiquido sono raddoppiati all’8% in 12 mesi, mentre i manager di real estate continuano ad avere la maggior quota delle attività dei fondi pensione con il 41%, seguite da fondi di fondi di private equity (18%), fondi hedge (12%), infrastrutture (8%), credito illiquido (8%) private equity (7%) e Fondi di fondi Hedge (5%).  

Alessandra Pasquoni: “Nonostante le tensioni a livello macroeconomico e politico, le strategie immobiliari in Europa con orizzonti di lungo periodo (c.d. “long lease property”), hanno continuato a ricevere interesse dai fondi pensione a causa del differenziale di rendimento atteso rispetto alle obbligazioni e alle aspettative più alte dell’inflazione. Riteniamo che questa richiesta possa persistere fino a quando i rendimenti obbligazionari rimarranno bassi, rendendo sempre più importante la capacità di attirare asset attraenti in questo settore. Il private equity ha continuato a prosperare a seguito del periodo di forte distribuzione e con gli investitori alla ricerca di “alfa”, che sta diventando sempre più difficile da raggiungere con l’abbondanza di capitale e con una quantità limitata di deal che contribuiscono all’aumento dei prezzi. Adesso gli investitori devono trovare aree di mercato che non siano così costose o che siano considerate come “contrarian” nella speranza di ottenere risultati positivi”.

 

Tag: 
Willis Towers Watson
Asset management

Articoli correlati

Attualità
Famiglie italiane, i costi fissi divorano i bilanci: spese obbligate al 42,2% nel 2025
Giovedì, 7 Agosto, 2025 - 07:51
Attualità, Brokers
WTW supera le attese: utili a 2,86$ per azione nel secondo trimestre
Giovedì, 7 Agosto, 2025 - 07:49
Attualità
Crescita solida per Hiscox nel primo semestre 2025
Giovedì, 7 Agosto, 2025 - 07:47

Broker in evidenza

  • SIB SOCIETA' ITALIANA BROKERS CATTANEO ASSICURAZIONI DI VINCENZO CATTANEO & C
  • CIS BROKER
  • PULSAR RISK
  • HOWDEN
  • ASSIMEDICI
  • B&S italia
  • MAG
  • ASSURANCE BROKERAGE MANAGEMENT

Interviste

  • Consulbrokers, il modello inclusivo che sta rivoluzionando il mercato italiano del brokeraggio
  • Union Brokers cresce e rilancia: “Valorizziamo l’indipendenza dei piccoli broker”

Asefi Brokers

A.SE.FI. Editoriale Srl
Via dell’Aprica, 8 - 20158 Milano
Tel. 02-66802277
Partita IVA: 06559580151

Informazioni e pubblicità: info@asefibrokers.com

Informativa Privacy e Cookie Policy

Credits

Categorie

  • Approfondimenti
  • Appuntamenti
  • Attualità
  • Brokers
  • Carriere
  • Comunicazioni aziende
  • Nuovi prodotti
  • Riassicurazione
  • Risk Management

Social Network

Linkedin
Aggiungi Asefibrokers.com al tuo feedreader