
Le assicurazioni sono pronte a fare la loro parte e sostenere la crescita dell’economia, attraverso investimenti su infrastrutture o PMI, anche attraverso operazioni di finanziamento Intervenuta alla 19° edizione dell’Annual Assicurazioni del Sole 24 Ore, Bianca Maria Farina, presidente di Ania, ha detto che il peso degli investimenti alternativi nei portafogli assicurativi italiani “può e deve crescere rispetto all’attuale 8,5%".
"Mi piace molto l’idea delle assicurazioni che facciano da ponte tra risparmio delle famiglie ed economia reale. Però serve una regolamentazione che non penalizzi. Un investimento in infrastrutture può assorbire il 100% del capitale investito, è troppo. Sulle PMI c’è il fenomeno dei Pir, su cui le assicurazioni sono intervenute in seconda battuta. Insomma, bisogna allargare lo spettro degli asset su cui investire, ma consentire anche alle compagnie assicurative di potere puntare su questi strumenti”.
A tutto ciò vanno aggiunte le altre grandi sfide che attendono le imprese di assicurazioni che da un lato devono entrare nella logica del “meno risarcimento, più servizi, anche se i rischi ci saranno sempre ed evolveranno”, e dall’altro devono adeguarsi ai cambiamenti tecnologici e strategici andando “verso una razionalizzazione di processi e di costi”.
La presidente dell’Ania ha inoltre sottolineato l’andamento negativo del mercato vita.
“A giugno si conferma un calo dei premi vita, anche se la quota sul risparmio cresce: per tutto il 2017 stimiamo un calo del 4% dei premi di questo settore mentre sul non vita il mercato crescerà del 2%”.
La raccolta dei premi non vita è frutto di un diverso andamento nei vari segmenti: “Siamo al sesto anno consecutivo di decrescita dei premi auto, che dovrebbe chiudere l’anno con un -6%, a fronte di un parco auto sostanzialmente invariato, mentre gli negli altri settori si registra un aumento del 3%.
Secondo Bianca Maria Farina il settore gode di buona salute, con un indice di solvibilità del 230% ed è uscito dalla grande crisi in maniera molto positiva, confermandosi oggi si conferma come segmento centrale nell’economia del Paese, visto che attrae il 15,5% del risparmio finanziario delle famiglie italiane, pari a circa 650 miliardi lo scorso giugno.