Le speranze di vita degli italiani continuano ad aumentare. La popolazione invecchia e “gli over 65 sono diventati circa 12 milioni di persone, di cui 6 milioni oltre i 75 anni di età. Ma preoccupa anche il numero di persone non-autosufficienti: 3.378.000 persone (circa l’8% della popolazione) che necessitano assistenza sanitaria continua. Una situazione esplosiva che impone misure urgenti”.
È quanto ha detto Antonio Coviello, ricercatore del Cnr-Iriss e professore di Marketing assicurativo nell’Università Suor Orsola Benincasa, durante la conferenza internazionale “EPEI-Economic Policies for Economic Imbalances”.
“La necessità di contenere deficit e debito pubblico – ha continuato Coviello – anche alla luce dei mutamenti della struttura demografica, sta riducendo il ruolo dello Stato nel campo della sicurezza sociale. I recenti drastici tagli ai fondi per le politiche sociali ci inducono ad una seria e approfondita riflessione sul futuro dell’assistenza alle persone nel nostro Paese, soprattutto quelle non autosufficienti. In questo contesto, la contrazione/perdita di molte delle sicurezze economiche e delle tutele di un tempo – lavoro stabile, sicurezza del risparmio, pensione pubblica, ecc. – e il progressivo indebolimento del ruolo della famiglia italiana, alimentano l’incertezza tra i cittadini che sono costretti ad assumersi in prima persona sempre di più responsabilità un tempo delegate ad altri (welfare statale)”.
Coviello ha quindi aggiunto che nel welfare de lfuturo il ruolo delle assicurazioni sarà determinante: “Il settore assicurativo, insieme ad altri soggetti privati e investitori istituzionali qualificati, potrà giocare in futuro un ruolo chiave nel supportare concretamente l’intervento dello Stato su vari fronti, mediante una collaborazione sinergica pubblico-privato, in una logica “win-win”, che tuttavia in Italia ad oggi deve ancora affermarsi, ma che di fatto rappresenta una scelta obbligata”.