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World Economic Forum: le tensioni geopolitiche sono il più grande rischio del 2019

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Venerdì, 18 Gennaio, 2019 - 09:39
Autore: Gillespie

Presentato il Global Risks Report 2019 realizzato dal World Economic Forum in collaborazione con i partner strategici Marsh & McLennan Companies e Zurich Insurance Group. 

Secondo quanto emerso dallo studio che fa da sfondo ai lavori del WEF, al via il 22 gennaio prossimo a Davos, il deterioramento delle relazioni internazionali ha messo a dura prova la capacità dei Paesi di promuovere interventi collettivi per far fronte alle più urgenti situazioni di crisi su scala mondiale. Le prospettive economiche sempre più buie sembrano destinate a ridurre ulteriormente il potenziale di cooperazione internazionale per il prossimo anno.

Il report, che comprende i risultati del sondaggio sulla percezione dei rischi globali Global Risks Perception Survey, condotto annualmente su circa 1.000 esperti e decision-maker, rivela il deterioramento delle condizioni economiche e geopolitiche. Il 2018 è stato caratterizzato da un rapido peggioramento delle controversie commerciali e nel 2019 la crescita sarà frenata dalle continue tensioni geo-economiche: l’88% degli intervistati, infatti, prevede un’ulteriore erosione delle normative e degli accordi commerciali multilaterali.

Oltre alla crisi economica, le crescenti tensioni geopolitiche tra le maggiori potenze mondiali sono una ulteriore minaccia alla cooperazione internazionale. L’85% degli intervistati prevede un aumento del rischio di “scontri politici tra le grandi potenze” nel 2019.

“Ora più che mai, con la crescita economica e il commercio globale a rischio nel 2019, emerge un bisogno imminente di rinnovare la struttura della cooperazione internazionale”, ha dichiarato Børge Brende, presidente del World Economic Forum. “Non siamo in grado di contrastare efficacemente la decelerazione che le dinamiche attuali potrebbero causare. Ciò di cui abbiamo bisogno è un’azione coordinata e concertata per sostenere la crescita e affrontare le gravi minacce che incombono sul mondo contemporaneo”.

Tra i maggiori rischi per i prossimi dieci anni evidenziati dal report, le minacce alla cybersicurezza hanno scalato la classifica rispetto la posizione occupata nel 2018, ma in cima alle preoccupazioni sul lungo periodo vi sono i rischi ambientali.

Tutte e cinque le minacce ambientali individuate nel rapporto rientrano nella categoria dei rischi più rilevanti in termini di probabilità e impatto: perdita di biodiversità, eventi meteorologici estremi, mancata attuazione di adeguate misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, disastri causati dall’uomo e calamità naturali.

“Il 2018, purtroppo, è stato un anno in cui si sono verificati incendi gravissimi, devastanti inondazioni e sono aumentate le emissioni di gas serra”, ha dichiarato Alison Martin, Group Chief Risk Officer di Zurich Insurance Group (compagnia che ha collaborato alla realizzazione del Report 2019). Non sorprende che, nel 2019, i rischi ambientali dominino ancora una volta il panorama delle principali preoccupazioni. Lo stesso vale per la probabilità crescente di un fallimento delle politiche ambientali o di una mancata attuazione tempestiva. Una risposta efficace ai cambiamenti climatici prevede, ad esempio, un significativo aumento delle infrastrutture per adattarsi al nuovo ambiente nonché la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Entro il 2040, si prevede che il divario negli investimenti in infrastrutture globali raggiungerà i 18 trilioni di dollari, a fronte dei 97 trilioni di dollari teoricamente necessari. In questo contesto, continuiamo a chiedere una maggiore cooperazione tra tutti gli stakholder e suggeriamo alle imprese di sviluppare una strategia di adattamento resiliente ai cambiamenti climatici nonché di agire quanto prima in questa direzione”.

I rischi ambientali presentano anche problemi per le infrastrutture urbane e il loro sviluppo. L’innalzamento del livello del mare comporta, per molte città costiere, una serie di spese necessarie per far fronte a diverse problematiche, tra le quali l’estrazione di acque sotterranee pulite o le barriere per contenere le tempeste più violente. Investire poco nelle principali infrastrutture come i trasporti possono portare a un collasso del sistema e aggravare i rischi sociali, ambientali e sanitari.

“Il finanziamento insufficiente delle più importanti infrastrutture in tutto il mondo – ha detto John Drzik, presidente di Global Risk and Digital in Marsh - sta ostacolando il progresso economico, rendendo le imprese e le comunità più vulnerabili sia agli attacchi informatici sia alle catastrofi naturali; inoltre, fondi insufficienti non permettono di sfruttare al meglio l’innovazione tecnologica. Un’allocazione delle risorse che preveda investimenti nelle infrastrutture, in parte attraverso nuovi incentivi per le collaborazioni tra pubblico e privato, è vitale per costruire e rafforzare le fondamenta fisiche e le reti digitali che permetteranno alle società di crescere e prosperare”.

Tag: 
World Economic Forum
Marsh
Zurich
Rischi geopolitici

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