Il Covid-19 lascerà in eredità una delle crisi più profonde mai registrate, ma anche una delle più brevi secondo uno studio di Swiss Re: a livello globale l’attività economica registrerà una contrazione dell’1,2%, con un calo del Pil del 3% negli Stati Uniti e del 4,5% nei Paesi dell’area euro.
Il blocco parziale dell’economia resterà molto probabilmente in vigore per gran parte del secondo trimestre dell’anno, qualora il picco dei contagi in Europa e Stati Uniti dovesse verificarsi tra aprile e maggio, mentre nel terzo trimestre dell’anno si avrà un graduale ritorno alla crescita.
Swiss Re si attende una recessione atipica, che sarà di almeno due volte più profonda e veloce rispetto al crollo finanziario del 2008, ma avrà una durata relativamente breve.
Tutto questo partendo dal presupposto che le misure di contenimento della pandemia abbiano successo, in modo da consentire un ritorno alla normalità seppure secondo tempistiche diverse e a patto di un’azione politica coordinata su scala mondiale.
“Non dovremmo tuttavia sottovalutare implicazioni economiche e politiche di più lunga durata che potrebbero comportare un cambiamento del quadro descritto, come ad esempio una più rapida adozione delle possibilità fornite dalla digitalizzazione o spazi di manovra più ampi dei governi con un forte ricorso al debito pubblico”,, ha commentato il chief economist del gruppo riassicurativo, Jérôme Jean Haegeli. “Sul fronte dei tassi di interesse prevediamo che i rendimenti dei titoli di Stato rimarranno bassi e, se necessario, le banche centrali limiteranno gli aumenti dei rendimenti per far fronte alla massiccia leva fiscale, mentre sul medio termine riteniamo in aumento il rischio stagflazione”.