
Tra i cinque principali paesi europei, l’Italia ha il dato peggiore per quanto riguarda l’evasione dell’Iva. Nonostante i progressi registrati nel 2022, con una riduzione del gap Iva dal 21,5% del 2021 al 10,8%, il divario rimane il più alto rispetto a Germania, Francia, Spagna e Olanda.
L’Italia ha un gettito potenziale di 135,58 miliardi di euro contro 120,98 miliardi effettivamente riscossi, e un gap di 14,6 miliardi. È quanto emerge da un rapporto del Centro studi di Unimpresa, secondo il quale, confrontando il dato italiano con quello della Germania, emerge una disparità significativa.
“Il miglioramento del gap Iva in Italia, sceso dal 21,5% al 10,8% tra il 2021 e il 2022, deve rappresentare uno stimolo ulteriore per il governo a proseguire nel percorso di riforma e semplificazione. La riduzione delle aliquote fiscali, combinata con la semplificazione delle norme Iva, rappresenta un passo cruciale verso un sistema fiscale più equo ed efficiente. È essenziale continuare a rendere la vita più semplice ai contribuenti, soprattutto a professionisti e partite Iva, riducendo la burocrazia e migliorando la trasparenza. Solo così si potrà consolidare la tendenza positiva, recuperare ulteriori entrate e sostenere la crescita economica del Paese. Il governo deve impegnarsi a fondo per completare queste riforme, assicurando che i benefici raggiungano tutti i settori della società, promuovendo un ambiente fiscale più favorevole e incentivando la compliance volontaria”, commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, che ha elaborato dai della Corte dei conti, i dati relativi al 2022 sul gettito Iva in Europa mostrano significative differenze tra i vari paesi, sia in termini di gettito potenziale che di gettito effettivamente riscosso.
La classifica dei paesi sulla base del gap Iva mostra notevoli disparità. Il totale per tutti i paesi considerati mostra un gettito potenziale di 1.136,38 miliardi di euro, con un gettito riscosso di 1.075,78 miliardi di euro, generando un gap complessivo di 60,60 miliardi di euro, pari al 5,3%.