
Nel 2024, il credito alle imprese italiane ha subito una contrazione significativa di 18,85 miliardi di euro, passando da 617,8 miliardi a 598,9 miliardi.
Questo calo, pari al 3,05%, riflette una crescente prudenza tra banche e aziende, in un contesto economico internazionale difficile, aggravato dalla stagnazione della Germania, principale partner commerciale dell’Italia. È quanto sostiene il Centro studi di Unimpresa, che ha elaborato statistiche della Banca d’Italia, a dicembre 2024.
Gli esperti di Unimpresa osservano che nonostante i tagli ai tassi da parte della Bce, i prestiti alle imprese rimangono costosi, con il tasso medio sui nuovi prestiti fissato al 4,40% a dicembre 2024, ancora lontano dai livelli pre-crisi. Il calo delle erogazioni, in particolare nei prestiti a medio termine, indica una preferenza delle imprese per il rifinanziamento dei debiti esistenti piuttosto che nuovi investimenti.
Le banche, pur beneficiando di una liquidità crescente (+3,2% a dicembre 2024), sembrano trattenere i benefici derivanti dall’allentamento monetario, con una ridotta offerta di credito. Le proiezioni per il 2025 suggeriscono una possibile stabilizzazione del credito, ma un intervento strutturale, come incentivi fiscali e garanzie pubbliche, rimane fondamentale per evitare che la contrazione diventi una tendenza preoccupante.