
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina stanno mettendo in ginocchio il settore agricolo americano. Dopo l’introduzione di nuovi dazi da parte dell’amministrazione Trump, la Cina ha risposto con tariffe del 15% su diversi prodotti, colpendo duramente i produttori statunitensi, soprattutto nel Midwest.
Secondo quanto spiega un report di Coface, la Cina che rappresenta il 75% delle importazioni globali di soia, ha già ridotto drasticamente gli acquisti dagli USA, favorendo il Brasile. Le esportazioni statunitensi verso la Cina erano crollate del 75% già nel 2018 e la tendenza si sta ripetendo. Coface prevede un calo del prezzo medio della soia a 410 USD/t nel 2025 (-15%). Oltre al mercato cinese, anche l’UE potrebbe imporre misure restrittive, aggravando le difficoltà. Gli analisti avvertono: il settore agricolo USA, finora considerato resiliente, si sta rivelando vulnerabile alle tensioni geopolitiche.
Secondo Coface, l’impatto delle tensioni commerciali non si limita al calo dei prezzi: la perdita di quote di mercato sui principali sbocchi internazionali mina la redditività delle imprese agricole statunitensi e mette a rischio la stabilità economica di intere regioni rurali. I produttori, che in larga parte hanno sostenuto politicamente l’attuale amministrazione, si ritrovano ora tra i principali danneggiati da una strategia commerciale che li espone alla concorrenza internazionale e a incertezze crescenti.
Ernesto De Martinis, Ceo Regione Mediterraneo & Africa Coface, evidenzia che il settore agricolo statunitense si trova oggi al centro di un nuovo fronte della guerra commerciale tra Washington e Pechino. “Le misure di ritorsione annunciate dalla Cina, che colpiscono un prodotto simbolo delle esportazioni USA come la soia, mostrano come le tensioni geopolitiche abbiano impatti concreti sull’economia reale. Un ulteriore elemento di incertezza e un esempio di come i settori tradizionalmente considerati resilienti possano rivelarsi vulnerabili ai rischi politici. In questo contesto, gli Stati Uniti rischiano di perdere quote di mercato in favore di concorrenti più competitivi, con effetti diretti sulla redditività dei produttori e sulla stabilità economica delle regioni agricole. Come Coface, continuiamo a monitorare attentamente l’evoluzione delle politiche commerciali, con l’obiettivo di supportare le imprese che operano in mercati complessi attraverso soluzioni mirate di gestione del rischio”.