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L’accordo commerciale annunciato il 27 luglio 2025 da Donald Trump e Ursula von der Leyen segna un momento di apparente distensione nei rapporti tra Stati Uniti e Unione Europea, ma lascia sul tavolo più ombre che certezze, si legge in un report di Coface.
L’annuncio dell’ex presidente americano Donald Trump sull’introduzione di dazi del 50% sul rame, a partire dal primo agosto, ha immediatamente scosso i mercati e acceso i riflettori su una filiera strategica per l’economia globale.
Il predominio della Cina nell’industria globale dell’abbigliamento sta subendo un significativo ridimensionamento, messo alla prova dall’aumento dei costi, da vincoli normativi sempre più stringenti e da un modello di specializzazione che si rivela poco redditizio. La recente ascesa di Donald Trump alla Casa Bianca, con la sua politica commerciale aggressiva, potrebbe accelerare ulteriormente la diversificazione delle catene di approvvigionamento tessili.
Coface ha annunciato il completamento dell’acquisizione di Cedar Rose Group, un leader nei servizi informativi nel Medio Oriente.
Secondo il report annuale di Coface, società leader nell’assicurazione del credito e nella gestione del rischio commerciale, il 2024 ha segnato un ritorno alla crescita economica per i Paesi dell’Europa centro-orientale, ma questa ripresa non si è tradotta in una maggiore solidità per il tessuto imprenditoriale.
Donald Trump ha scelto ancora una volta il Medio Oriente per il suo primo tour presidenziale, bypassando alleati tradizionali come Europa e Canada, in una mossa che parla chiaro: il Golfo è oggi il fulcro della strategia economica americana.
Nel 2024 l’export italiano ha raggiunto i 623,5 miliardi di euro, segnando una variazione minima del -0,4% rispetto all’anno precedente, secondo il rapporto “Export Italiano, i rischi e le opportunità” di Coface.
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha superato ogni precedente, con dazi reciproci oltre il 100% che rischiano di bloccare gli scambi tra le due economie più grandi del mondo, sottolinea un report di Coface.
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha raggiunto un nuovo picco di tensione, mettendo a rischio una delle arterie vitali del commercio mondiale.
Allianz Trade e Coface stanno intensificando il monitoraggio sui rischi per aiutare le aziende esportatrici francesi a navigare nella turbolenta guerra commerciale scatenata da Trump, riferisce il quotidiano economico Les Échos.
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina stanno mettendo in ginocchio il settore agricolo americano. Dopo l’introduzione di nuovi dazi da parte dell’amministrazione Trump, la Cina ha risposto con tariffe del 15% su diversi prodotti, colpendo duramente i produttori statunitensi, soprattutto nel Midwest.
I nuovi dazi proposti dagli Stati Uniti sui vascelli legati alla Cina potrebbero avere gravi ripercussioni sul commercio marittimo globale, con un impatto diretto sulle tariffe di trasporto, sulla congestione portuale e sui tempi di consegna.
L'arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, ha scatenato turbolenze nei mercati finanziari turchi, portando la lira a un deprezzamento iniziale del 12%, poi ridotto al 3% grazie all'intervento della banca centrale. Secondo un report di Coface, la crisi politica ha alimentato tensioni sociali e rafforzato l'incertezza economica, minacciando la stabilità valutaria e l'afflusso di capitali esteri.
Il drastico taglio dell'83% agli aiuti dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) annunciato dal Segretario di Stato americano Marco Rubio lo scorso 10 marzo colpisce duramente l'Africa subsahariana, con effetti significativi anche per le imprese internazionali, spiega un report di Coface.
Le elezioni del 12 marzo in Groenlandia hanno segnato un cambiamento politico significativo, con l’affermazione dei liberali e un rifiuto dell’integrazione con gli Stati Uniti.