Coface
Quando si tratta di esaminare i rischi a cui l’economia cinese è esposta, gran parte delle discussioni si focalizzano sulle società pubbliche o i grandi conglomerati privati.
Attualmente il numero di misure protezioniste messe in atto nel mondo è 2,5 volte1 più elevato rispetto al 2010. Nella maggior parte delle economie avanzate (Stati Uniti, Europa occidentale, Giappone, Canada, Australia) e in molti dei grandi emergenti (Brasile, Argentina, India), la quota di importazioni colpite dalle misure protezioniste è superiore alla quota di quelle che beneficiano delle misure favorevoli.
Nell’ambito di una partnership strategica, Tradeshift, leader nei pagamenti e marketplace della supply chain, e Coface, l’assicuratore del credito più internazionale, annunciano una nuova applicazione che intende aiutare le imprese della rete Tradeshift a prendere decisioni con fiducia e nella massima trasparenza finanziaria tra acquirenti e fornitori.
Secondo l’Indice di Rischio Politico Coface, con un punteggio pari all’45%, si posiziona al di sopra della media mondiale (35%) nell’ultima classifica di rischio. Tuttavia, il punteggio è più basso rispetto all’Africa Subsahariana, Medio Oriente, Nord Africa, Europa Centrale e America Latina.
In un contesto di crescita economica altamente sincronizzato, in cui le evoluzioni tecnologiche necessitano di un maggiore utilizzo di metalli e della riduzione dell’offerta, da metà 2016 il mercato siderurgico registra una tendenza al rialzo.
Coface, uno dei leader mondiali nell’assicurazione dei crediti, nuovamente protagonista ai Le Fonti International Awards 2018, l’annuale premio destinato ai migliori protagonisti del settore professionale, finanziario ed industriale organizzato e promosso da Editrice Le Fonti con il patrocinio della Commissione Europea.
Capire la Rivoluzione Digitale e sfruttarne le potenzialità nella creazione di nuove imprese: questo il tema al centro del dibattito di Imprenditore 4.0: avviare un’impresa nell’era digitale, conferenza formativa organizzata da Coface Italia, Up2Lab – marketing consulting, società di consulenza e studio internazionale, e dal Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell'Ambiente dell’Università degli Studi di Foggia che si è svolta presso l’ateneo pugliese.
Lo scenario mondiale del Rischio Paese e le prospettive della Rivoluzione Digitale, tra nuove opportunità e sfide: questo il tema al centro della Conferenza Rischio Paese 2018 di Coface che ha fatto tappa ieri a Milano presso l’Unicredit Pavilion.
Coface sottolinea il parallelismo tra le strategie di investimento di Cina e Giappone che potrebbe diventare un cattivo auspicio per le imprese giapponesi, nonostante il vantaggio competitivo dei “primi arrivati” in termini di investimenti.
Nella regione Asia-Pacifico è nata una concorrenza tra Cina e Giappone a livello commerciale e negli investimenti. È quanto emerge dal recente report di Coface “Lo scontro dei titani: la crescita della Cina alimenta la concorrenza con gli interessi giapponesi in Asia”, con il Giappone che conserva la sua superiorità in termini di investimenti, mentre la Cina diventa leader del commercio.
Coface, tra i leader mondiali nell’assicurazione dei crediti, riorganizza la sua Direzione Commerciale in Italia con le nuove nomine di Mirco Molinelli e Manuel Morandi.
Dopo un eccezionale picco della produzione di veicoli registrato a metà 2016 (1,02 milioni di unità vendute, in crescita dell’8,5% nel periodo gennaio-agosto, rispetto allo stesso periodo del 2015), nel 2017 si nota un crollo della produzione di circa il 2%.
Con l’inizio del nuovo secolo l’indebitamento delle imprese dei Paesi emergenti ha conosciuto una crescita continua, con un’accelerazione significativa dalla crisi del 2008. Tanto è vero che tra il 2008 e il 2017 si è in pratica quadruplicato, con un aumento di circa il 25% del PIL.
Le migliori 500 imprese in Europa centrale e orientale hanno generato nel 2016 un fatturato di 580 miliardi di euro. Le grandi imprese hanno registrato un calo del fatturato e degli utili, ma un aumento significativo della forza lavoro. L’auto ha superato petrolio e gas diventando per la prima volta il 1° settore.
La stagnazione dei prezzi bassi del petrolio pesa sulla liquidità dei paesi del CCG (Consiglio di Cooperazione del Golfo Persico). Secondo l’ultimo studio realizzato da Coface, si assiste ad un rallentamento delle entrate governative, una restrizione della liquidità nel settore bancario, ad un aumento dei costi dei prestiti e a un rallentamento della crescita economica (2,1% nel 2017 secondo le previsioni di Coface).