Il settore delle costruzioni e l’immobiliare sono tra i più ciclici. Sensibili ai cambiamenti del mercato del lavoro, ai prezzi delle materie prime e, soprattutto ai tassi di interesse e all’accessibilità al credito, sono fortemente sotto pressione. E probabilmente la situazione non migliorerà nel 2024, secondo quanto emerge da un report di Coface dedicato al settore.
In particolare, il mercato residenziale si trova ad affrontare un doppio vincolo, sia in termini di offerta che di domanda. L’aumento dei tassi di interesse ha provocato un rapido peggioramento della domanda, in quanto le famiglie non riescono a sostenere i costi di finanziamento per acquistare una casa, in particolare considerando l’aumento dei prezzi delle abitazioni.
Le società immobiliari commerciali – che operano principalmente nei segmenti non residenziali come quello industriale, gli uffici e la vendita al dettaglio – sono risultati particolarmente sensibili alle difficoltà di questi anni, soprattutto per gli spazi commerciali che hanno dovuto fare i conti con i lockdown e l’accelerazione dell’e-commerce, mentre il segmento degli uffici si sta ancora adattando alla modalità di lavoro ibrida portando a una diminuzione e al cambiamento della domanda per gli spazi di lavoro. Il tasso di uffici sfitti è il più alto negli ultimi 15 anni con 20,2% nel 1T 2023 negli Stati Uniti, mentre in Europa è ai livelli del 2016 con il 7,5%.
Da parte sua, il mercato immobiliare sta attraversando un periodo delicato tra elevati tassi di interesse e offerta abitativa limitata.
Sebbene i prezzi delle abitazioni si siano adeguati all’aumento dei tassi, i persistenti vincoli all’offerta (causati dalla reticenza dei potenziali venditori a rinunciare a tassi bassi sui mutui o vendere ad un prezzo inferiore) li hanno tenuti elevati nel 2023.
Il 2024 dovrebbe segnare un punto di svolta in questa dinamica, con un calo dei prezzi atteso nella maggior parte delle economie avanzate (34% in Germania, 31% in Giappone) dal punto di vista degli acquirenti.
Allo stesso tempo, il difficile scenario degli immobili commerciali sta costringendo alcune aziende a ricorrere a misure drastiche, come la vendita degli asset. “È evidente la pressione a cui sono sottoposti il settore delle costruzioni e quello immobiliare, che, tra i più sensibili ai cambiamenti di mercato, ai tassi d’interesse e all’accessibilità al credito, sono particolarmente soggetti ad andamenti altalenanti” commenta Ernesto De Martinis, Ceo di Coface in Italia e Head of Strategy Regione Mediterraneo & Africa. “Una condizione, questa, destinata a proseguire: per il 2024 risulta complesso prevedere una situazione nettamente migliorativa. Anche a fronte di un calo dei tassi d’interesse, le debolezze del settore permangono. Coface conferma il supporto alle imprese con l'offerta di cauzioni e fideiussioni supportandole nel presentare ai propri partner d'affari le garanzie richieste a fronte dei propri obblighi contrattuali”.