
Le elezioni del 12 marzo in Groenlandia hanno segnato un cambiamento politico significativo, con l’affermazione dei liberali e un rifiuto dell’integrazione con gli Stati Uniti.
Il partito Demokraatit ha ottenuto un forte aumento di seggi, mentre la formazione indipendentista Naleraq ha raddoppiato la propria rappresentanza. Il voto riflette una crescente insoddisfazione per la coalizione uscente, soprattutto per le politiche economiche che non hanno soddisfatto le necessità della popolazione, in particolare nel settore della pesca e per l’aumento dell’inflazione.
La questione dell’indipendenza resta centrale, ma l’approccio cambia: la maggioranza degli elettori sostiene l’autodeterminazione, ma con un approccio più realistico per evitare danni all’economia. La Groenlandia intende rafforzare prima le proprie basi economiche, dato che metà del suo bilancio dipende ancora dai trasferimenti danesi.
Inoltre, il 85% della popolazione ha respinto l’idea di diventare territorio degli Stati Uniti, un progetto sostenuto in passato da Donald Trump. Con il possibile governo di Demokraatit, si prevede un cambiamento nelle politiche minerarie e una riapertura verso gli investimenti, compresi quelli americani, nel settore estrattivo.
Questi sviluppi hanno avuto un impatto anche in altre nazioni nordiche, come l’Islanda e la Norvegia, suggerendo un riposizionamento geopolitico nell’area artica, con implicazioni per il commercio e gli investimenti internazionali.
"Stiamo assistendo a un riposizionamento degli equilibri geopolitici nell’area artica che influenza direttamente le scelte politiche e commerciali di diversi paesi”, osserva Ernesto De Martinis, Ceo Regione Mediterraneo & Africa Coface. “Il recente aumento degli investimenti nella difesa annunciato dalla Danimarca e il crescente interesse per i referendum di adesione all’UE in Islanda sono segnali concreti di questo cambiamento. La Groenlandia, con le sue risorse strategiche e la posizione geografica privilegiata, sta diventando un punto focale nella competizione tra potenze globali, con ripercussioni dirette sugli assetti economici e commerciali dell’intera regione nordica."
Pietro Vargiu, Country manager Coface Italia, aggiunge: “Gli sviluppi geopolitici che stiamo osservando in Groenlandia e in tutta la regione artica hanno implicazioni significative per il commercio internazionale e gli investimenti. In Coface monitoriamo costantemente questi cambiamenti per offrire ai nostri clienti le informazioni necessarie a prendere decisioni consapevoli. Il nostro impegno è quello di supportare le aziende nell’identificare sia i rischi che le opportunità di business in mercati complessi e in evoluzione come quello groenlandese”.