
Il grido d'allarme arriva forte e chiaro da Bruxelles: l'Unione Europea deve correre ai ripari per proteggere gli agricoltori dai sempre più frequenti disastri climatici.
Secondo quanto riporta Insurance Business, un rapporto congiunto della Banca Europea degli Investimenti (BEI) e della Commissione Europea dipinge un quadro allarmante: oggi solo il 20-30% dei danni agricoli legati al clima nell'UE è coperto da assicurazioni, mentre le perdite annuali potrebbero aumentare di due terzi entro il 2050. Numeri che fanno girare la testa: già oggi siccità e alluvioni causano perdite medie di 28 miliardi l'anno, pari al 6% della produzione agricola e zootecnica europea.
“Il cambiamento climatico potrebbe ulteriormente limitare l'accesso degli agricoltori ai finanziamenti” avverte Christophe Hansen, Commissario europeo per l'agricoltura e l'alimentazione, lanciando un appello agli Stati membri per sviluppare nuovi strumenti finanziari. Il rapporto è chiaro: le polizze assicurative con sostegno pubblico funzionano meglio dei semplici risarcimenti statali. Ma c'è un problema di fondo, come sottolinea Jérôme Crugnola-Humbert dell'Associazione Attuariale Europea: “I sussidi, e quindi le assicurazioni, sono stati spesso legati a pratiche agricole intensive, che possono contribuire alle pressioni ambientali e al cambiamento climatico”. Insomma, serve un cambio di rotta che premi chi coltiva in modo sostenibile.
Tra le soluzioni sul tavolo ci sono bond catastrofali, accordi di riassicurazione pubblico-privati e fondi a risposta rapida. Ma Crugnola-Humbert frena sugli entusiasmi: “L'uso diffuso di bond catastrofali per l'agricoltura potrebbe richiedere tempo a causa delle limitazioni sul trasferimento del rischio nei mercati dei capitali”. Meglio puntare sulle assicurazioni parametriche, quelle che pagano in base ai dati meteo anziché alle stime dei danni, già sperimentate con successo nei paesi in via di sviluppo.
La BEI intanto fa la sua parte con prestiti, garanzie e progetti infrastrutturali come irrigazioni e strade rurali. Gelsomina Vigliotti, vicepresidente della BEI, non ha dubbi: “I rischi climatici aumentano l'incertezza per la produzione alimentare, rendendo gli strumenti assicurativi e di mitigazione del rischio fondamentali per sostenere gli investimenti degli agricoltori”. Ma la strada è in salita: le norme Ue sugli aiuti di Stato e la concorrenza potrebbero ostacolare i nuovi partenariati pubblico-privati necessari per offrire polizze accessibili.