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Insolvenze in aumento in Europa centro-orientale nonostante la ripresa economica

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Lunedì, 9 Giugno, 2025 - 09:40
Autore: Gillespie

Secondo il report annuale di Coface, società leader nell’assicurazione del credito e nella gestione del rischio commerciale, il 2024 ha segnato un ritorno alla crescita economica per i Paesi dell’Europa centro-orientale, ma questa ripresa non si è tradotta in una maggiore solidità per il tessuto imprenditoriale. 

A fronte di un PIL regionale in crescita del 2,6%, spinto da un’inflazione in calo (4,6% rispetto all’11,2% del 2023), salari reali in aumento e consumi privati vivaci in paesi come Polonia, Ungheria e Romania, i tassi di insolvenza sono aumentati nella maggior parte dell’area. Apparentemente, il numero complessivo di insolvenze è diminuito del 9%, da 50.248 nel 2023 a 45.938 nel 2024, ma il dato è falsato dalle modifiche normative introdotte in Ungheria. Escludendo quest’ultima, si osserva in realtà un incremento del 3%, con 30.680 casi rispetto ai 29.771 dell’anno precedente, segno della fragilità strutturale ancora diffusa tra le imprese. 

“Dopo le tensioni del 2023, gli indicatori macroeconomici suggerivano una tregua. Ma molte aziende, soprattutto nel settore manifatturiero e dei trasporti, avevano già subito troppi shock,” ha spiegato Mateusz Dadej, Economista per la regione CEE di Coface. “L'incremento delle insolvenze riflette problemi strutturali più profondi e l'impatto ritardato delle crisi passate.”

Le dinamiche variano significativamente tra i Paesi: l’Ungheria ha visto un calo marcato (–25,5%) dovuto alla normalizzazione delle procedure legali, mentre Serbia (–12,1%) e Bulgaria (–5,7%) hanno beneficiato di contesti macroeconomici più stabili. In netta controtendenza, Slovenia (+32,4%), Lettonia (+24,6%), Estonia (+10,2%) e Croazia (+7,3%) hanno registrato forti aumenti, legati alla debolezza della domanda interna e all’aumento dei costi nei settori dell’edilizia e del commercio. Anche Romania (+9,4%) e Polonia (+19%) hanno visto crescere le insolvenze, quest’ultima in particolare a causa del largo ricorso a procedure di ristrutturazione nate durante la pandemia. Repubblica Ceca (+1,9%) e Slovacchia (–3,5%) mostrano andamenti più contenuti, mentre la Lituania rimane sostanzialmente stabile. I settori più colpiti sono stati trasporti, manifattura ed edilizia: il primo ha risentito della diminuzione dei volumi e dell’aumento dei costi, il secondo della scarsità di ordini e manodopera, il terzo del rialzo dei tassi e del calo degli investimenti, soprattutto nel residenziale. 

Guardando al 2025, Coface prevede un miglioramento contenuto. “Il ritardato rilascio dei fondi UE e la ripresa dei consumi delle famiglie saranno fondamentali. Tuttavia, le condizioni restrittive del credito e le incertezze sul commercio globale, in particolare l'escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea, rappresentano un rischio sostanziale per il nostro scenario,” ha affermato Dadej. “Il report di Coface fornisce un'analisi completa di come il quadro giuridico, le condizioni economiche e i rischi geopolitici stiano influenzando le dinamiche di insolvenza nella regione dell'Europa centro-orientale,” ha aggiunto Jarek Jaworski, Regional Ceo per la CEE. In conclusione, Ernesto De Martinis, Ceo per la Regione Mediterraneo & Africa di Coface, ha sottolineato: “I dati che emergono dal nostro report sulle insolvenze in Europa centro-orientale confermano che la ripresa economica registrata nel 2024 non è stata sufficiente a rafforzare la stabilità del tessuto imprenditoriale della regione. Il quadro resta frammentato, con segnali di vulnerabilità in diversi settori chiave come edilizia, trasporti e manifatturiero, e forti differenze tra Paesi. In un contesto ancora esposto a rischi macroeconomici e tensioni geopolitiche, il nostro ruolo è quello di affiancare le imprese nel monitoraggio del rischio e nell’adozione di strategie preventive per proteggere la continuità del business”.

Tag: 
Coface
Insolvenze

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