
L’associazione dei broker ACB ha spento le sue prime 30 candeline con uno sguardo rivolto al futuro. Nata nel 1995, l’organizzazione guidata dal presidente Luigi Viganotti ha celebrato l’anniversario con un convegno a Milano interamente dedicato al ruolo dell’intelligenza artificiale nel mondo assicurativo, una tecnologia che promette di rivoluzionare il settore ma che, come emerso dal dibattito, va gestita con cautela, equilibrio e responsabilità.
Nel suo intervento di apertura, Viganotti ha ricordato lo spirito fondativo di ACB, ricordando che il simbolo dell’associazione è “un faro che da trent’anni illumina la strada dei broker italiani nelle difficoltà”. Ma Viganotti guarda già al futuro soffermandosi sull’intelligenza artificiale: uno strumento destinato a potenziare, non a sostituire, la professionalità umana.
L’attenzione ai rischi etici e alla tutela dei dati è stata al centro dell’intervento dell’avvocata Martina Elisa Mauloni, sottolineando la necessità di “verificare gli output e anonimizzare le informazioni” per garantire privacy e correttezza. Il docente Alessio Mattei ha ricordato che “l’AI non pensa, calcola”, invitando a un uso consapevole che mantenga all’uomo la responsabilità delle decisioni.
Durante la tavola rotonda moderata da Maria Rosa Alaggio, esponenti di Ivass, Ania, Unipol e Konsumer hanno ribadito che solo un approccio etico potrà rendere l’intelligenza artificiale un alleato del settore, con l’intermediario come garante di fiducia. “Il valore della protezione resta umano”, ha affermato Umberto Guidoni, mentre è emersa la richiesta di più formazione e collaborazione tra compagnie e broker.