
Negli Stati Uniti la stagione delle iscrizioni ai piani sanitari dell’Affordable Care Act, la riforma simbolo dell’era Obama, si apre con un brivido post-Halloween: i premi medi delle polizze potrebbero raddoppiare nel 2026, una prospettiva che rischia di spingere milioni di americani fuori dal sistema assicurativo.
La notizia, riportata da Reuters, getta nuova luce sull’instabilità del mercato sanitario statunitense e sulle tensioni politiche che accompagnano ogni tentativo di riforma. Secondo la società di ricerca KFF, l’aumento medio sarà del 114%, un colpo pesantissimo per i 24 milioni di iscritti che negli ultimi anni avevano beneficiato dei sussidi introdotti durante la pandemia. Quei crediti d’imposta, che avevano reso accessibile l’assicurazione a milioni di famiglie, scadranno infatti a fine anno, e il loro destino è ora ostaggio dello shutdown federale che da settimane paralizza Washington. I democratici vogliono che qualsiasi accordo per riaprire il governo includa il rinnovo dei sussidi, mentre i repubblicani insistono nel separare i due dossier. Nel frattempo, i cittadini devono fare i conti con bollette sanitarie sempre più pesanti.
Austin Jeha, 24 anni, professionista della fatturazione sanitaria di San Ramon, California, è uno dei tanti che vedrà il proprio premio salire da 215 a 436 dollari al mese. Affetto da colite ulcerosa, dipende dall’assicurazione per pagare i trattamenti che gli permettono di condurre una vita normale. “Hai un rischio maggiore di cancro al colon, quindi i medici vogliono controllare se sei in remissione o meno”, spiega. Jeha si è rivolto al suo rappresentante al Congresso, il democratico Mark DeSaulnier, sperando che a Washington prevalga il buon senso.
Nelle regioni più povere e negli stati a guida repubblicana come Florida, Texas e Georgia, dove Medicaid è riservato ai cittadini in condizioni di estrema povertà, la situazione è ancora più critica. Qui molte famiglie a basso reddito si affidano ai piani ACA per avere un minimo di copertura. Scott Darius, direttore esecutivo della nonprofit Florida Voices for Health, avverte che “a soffrire per la fine di questi crediti d’imposta saranno proprio le persone che lavorano duramente, spesso con più impieghi, ma senza copertura sanitaria”.
Senza il rinnovo dei sussidi, chi supera il 400% della soglia di povertà federale – circa 84.600 dollari di reddito per una coppia – perderà ogni forma di agevolazione, vedendo i premi schizzare anche a quattro volte tanto. Il dipartimento della salute ha preferito non commentare, limitandosi a ribadire che “gli iscritti avranno mediamente accesso a piani con premi più bassi dopo i crediti fiscali e una maggiore scelta complessiva”. Un messaggio difficile da credere per chi, come il dottor Mehmet Oz, responsabile del programma, ammette che “il premio medio aumenterà di circa 13-50 dollari al mese”, una stima che molti analisti giudicano ottimistica.
Shawn Martin, ceo dell’American Academy of Family Physicians, prevede che “i consumatori cambieranno comportamento di fronte ai nuovi livelli di prezzo”, e secondo KFF il premio medio annuo per chi riceve sussidi passerà da 888 a 1.904 dollari. L’effetto potrebbe essere immediato: “Se qualcuno si collega durante la finestra di iscrizione, vede il premio raddoppiato e decide di non acquistare più il piano, il danno è già fatto”, spiega Cynthia Cox, vicepresidente di KFF. Il Congressional Budget Office stima che oltre quattro milioni di americani resterebbero senza assicurazione se il Congresso non prorogasse i crediti.
Il mercato, intanto, continua a restringersi. Compagnie come Aetna del gruppo CVS Health si sono ritirate dai piani ACA, e la combinazione tra minor concorrenza e inflazione sanitaria ha già generato un rincaro medio del 26%. Timothy McCann, 42 anni, consulente finanziario del New Jersey, calcola che il suo premio mensile salirà a 1.851 dollari dai 1.517 attuali. Con una moglie affetta da una malattia autoimmune e un figlio di tre anni operato ai reni, non può rinunciare alla copertura. “Abbiamo bisogno di visite costanti, quindi probabilmente alla fine è comunque un vantaggio netto. Ma resta una cifra folle da spendere”, racconta, dopo aver sborsato quest’anno 33.000 dollari di tasca propria.
Così, a pochi giorni dall’apertura ufficiale delle iscrizioni, gli Stati Uniti si ritrovano a fare i conti con un paradosso che rischia di diventare esplosivo: un sistema creato per rendere la sanità più accessibile che, senza interventi rapidi, potrebbe tornare a escludere proprio chi ne ha più bisogno.