Cerved e Confindustria hanno siglato un Protocollo di Intesa per promuovere l’adozione del rating pubblico nel sistema imprenditoriale italiano, al fine di favorire i percorsi di crescita dimensionale delle PMI attraverso l’accesso a strumenti di debito e di equity. Nello specifico, questo accordo mira a informare il sistema imprenditoriale sui benefici derivanti dall’adozione di un rating pubblico, valorizzando – anche mediante incontri, eventi e percorsi formativi – il ruolo di questo strumento per lo sviluppo e la crescita delle imprese italiane.
Le novità legislative introdotte di recente hanno rimosso gran parte degli ostacoli all’emissione di titoli di debito da parte delle società non quotate, dando vita al nuovo mercato dei mini bond. Un impianto normativo adeguato e il forte interesse degli investitori istituzionali rischiano però di non essere condizioni sufficienti, se non si supera la tradizionale opacità del sistema: i dati indicano che finora solo 29 PMI hanno emesso obbligazioni finanziarie, per un ammontare di 226 milioni di euro.
“Con questo accordo – commenta Gianandrea De Bernardis, Amministratore Delegato di Cerved – uniamo le nostre forze con quelle di Confindustria perché siamo consapevoli che la creazione di un sistema di rating, espressamente rivolto alle piccole e medie imprese e alle società non quotate, può costituire un fattore importante per rendere il sistema delle PMI italiane più trasparente agli occhi di investitori italiani e internazionali e mobilitare risorse che finora hanno finanziato in modo solo marginale il sistema produttivo”.
Il rating – fino a qualche anno fa una prerogativa solo delle large corporate quotate in Borsa - rappresenta un importante strumento per migliorare l’accesso ai canali tradizionali e innovativi del credito. Permette infatti all’azienda di disporre di una valutazione pubblica, emessa da un soggetto riconosciuto dall’Autorità Europea competente in materia (Esma), che ne certifica il grado di solidità economico-finanziaria. La disponibilità del rating per le PMI e le società non quotate rappresenta uno strumento di comunicazione strategica per chi – grazie alla migliore reputazione creditizia che ne deriva – vuole dialogare in modo diverso con i propri finanziatori tradizionali, banche o altri partner commerciali.
“Una PMI che apre le porte agli analisti chiedendo un rating pubblico – sottolinea Vincenzo Boccia, Presidente del Comitato tecnico Credito e Finanza di Confindustria – è un’azienda che decide di aumentare il proprio grado di trasparenza finanziaria per ottenere dei vantaggi anche in termini di reputazione. È un passaggio che consente all’impresa, non solo di aprirsi agli investitori esterni e dialogare con i mercati finanziari, ma anche di comprendere i propri punti di forza e aree di miglioramento. Un passaggio che Confindustria ritiene fondamentale per favorire la ripresa in una fase economica difficile come l’attuale”.